La candidatura di Alessandro Rondoni a presidente della
Regione Emilia Romagna è il gesto fulgido e prezioso del cireneo.
Ovvero di chi dà una mano senza nulla pretendere e
trovandosi un po' causalmente sulla via dove passa la storia.
Il suo partito NCD non
ha chance di vincere e per la legge elettorale vigente il candidato presidente
(tranne quelli dei partiti che si piazzeranno primo e secondo -non l'ncd
dunque-) non entra in consiglio.
Ma come ha suggerito giustamente Giuseppe De Rita, sociologo
dell'Istat, questo è in Italia il momento in cui accanto alla messa in soffitta
di alcune forme di rappresentanza ( partiti e sindacati e associazioni vecchio
stile) occorre lavorare a nuove cinghie che legano il popolo e il potere, e del
popolo rappresentano urgenze e interessi, attraverso quelli che si chiamano
corpi intermedi.
Un lavoro spesso poco visibile, senza gloria, come quello
del cireneo. In Italia la suggestione dell'uomo solo al comando, del potere
staccato dal confronto con i corpi intermedi, ha fatto già parecchi danni. Che
in Italia sorgano nuovi soggetti politici più legati alle esigenze reali del
popolo e meno a quelle dei loro leader o leaderini è evidente. Perciò la
prospettiva di un Partito popolare è oggi giusta e necessaria ancor più di
ieri.
Il lavoro in politica di persone come Alessandro ( o altri
candidati in consiglio come Valentina Castaldini) serve a rafforzare
l'esistenza di corpi intermedi, contro a un'idea di politica fatta solo da
leader e da loro cooptati.
L'occasione delle
elezioni di una Regione dove molto occorre fare per una organizzazione più
libera e sussidiaria in campi decisivi come sanità, lavoro e cultura, è
importante per dare una mano a che in politica ci siano sempre più cirenei e
meno palloni gonfiati.
Da Clandestinozoom
Nessun commento:
Posta un commento