Piano a esaltare l’ambientalismo post enciclica
La rubrica di
mercoledì in prima pagina a frima Maurizio Crippa ha stimolato in me la
seguente riflessione “indignata”.
L’ambientalismo, così esaltato soprattutto
post Enciclica Laudato si’, sta diventando la “maschera della ipocrisia” di chi
ha ispirato e supportato le vere, e non riconosciute, origini della crisi
economica (e perciò della povertà e diseguaglianze accentuate) e del degrado
ambientale: i profeti della chiesa neomalthusiana e gli apostoli della medesima
dottrina, che negli ultimi quarant’anni hanno propugnato la riduzione (se non
la fine) delle nascite su questa terra. Riuscendo però a ottenerla solo in
occidente. E proprio questa dottrina ha originato la crisi e il degrado.
La crisi economica
infatti è originata dal crollo della natalità in occidente e dalla folle
politica economica adottata per compensare la conseguente riduzione della
crescita del pil, cioè aumentare i consumi individuali. La povertà
progressivamente conseguente è derivata dalla delocalizzazione produttiva in
aree del pianeta a basso costo e conseguente reimportazione di beni
precedentemente prodotti internamente, ma costosi. Da questa scelta è derivata
la deindustrializzazione dell’occidente e l’industrializzazione dell’oriente.
L’occidente diventa un area economica di consumatori sempre meno produttori e
l’oriente diventa un area di produttori non ancora consumatori. Ma per quanto
tempo ancora?
Riuscire a bloccare la
natalità e produrre crescita zero della popolazione, però, ha generato una
“sorpresina”: l’invecchiamento della popolazione e la crescita conseguente dei
suoi costi di pensioni e sanità, compensati da un proporzionato incremento
delle tasse , che riducono a loro volta il potere di acquisto e gli investimenti.
A sua volta il famoso
“degrado ambientale” è frutto dei due fenomeni sopra sintetizzati: 1)
delocalizzazione in Asia e superproduzione accelerata in questi paesi non
ancora interessati e sensibili all’ambiente, ma con consumi energetici in
crescita esponenziale . 2) Il superconsumismo in continua crescita e sempre più
a debito nei paesi occidentali per sostenere la continua crescita del pil. Si
pensi che tra il 1998 ed il 2008 quasi l’80 per cento del prodotto interno
lordo americano cresce grazia all’indebitamento delle famiglie americane , che
passa dal 68 al 96 per cento del pil. Debito che poi non viene pagato, le
banche rischiano il fallimento e il governo interviene…
La stessa crisi europea è stata influenzata indirettamente dal tentativo di
soluzione della crisi negli Stati Uniti. Quando nel 2008, per salvare le banche
americane venne di fatto “nazionalizzato” il debito delle famiglie, il debito
pubblico crebbe enormemente e fu in gran parte collocato sugli investitori di
debito sovrano, che investirono in debito Usa e non più in debito europeo
(greco, italiano…) grazie anche ai rating penalizzanti che ci vennero inflitti.
Perciò son rimasto molto sorpreso leggendo su più giornali italiani che si
esprime meraviglia che la crisi greca interessi Obama e gli Stati Uniti ,
essendo solo un problema europeo…
Ma la mia vera sorpresa si riferisce alla commedia della ipocrisia che sta andando in scena per poi passare alla storia. E’ sorprendente intendere che chi ha prodotto il problema (crisi e ambiente) è lo stesso che ora propone le soluzioni.
Le vere soluzioni proposte sono proprio l’origine del problema. Ma
in gioco c’è sempre l’uomo, la vita umana, le nascite e le morti, che si
vogliono gestire per la “protezione del pianeta”. A volte mi viene il sospetto
che si sia persino facilitato il degrado ambientale proprio per imporre
l’ambientalismo quale religione universale che accomuni gli intenti e gli
interessi dell’intera umanità e in più riesca anche a disintermediare la chiesa
cattolica, maggior autorità morale al mondo capace di difendere.
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