Mons. Galantino ha messo la parola
fine al “caso” di Mons. Negri, il vescovo di Ferrara. In una sua intervista
rilasciata a Zenit, Galantino ha affermato di "considerare il caso
chiuso, in quanto mons. Luigi Negri ha assicurato di non aver detto quelle frasi:
io non posso che credergli".
Resta
una profonda amarezza per la pessima nota di Comunione e Liberazione, che si è
affrettata a prendere le distanze – persino umane - da Mons. Negri, in un testo
inviato al Fatto Quotidiano. Perché prima ancora di indignarsi per
i metodi da stato di polizia con i quali l’arcivescovo è stato messo nella rete
del colossale sputtanamento mediatico, ci si è affrettati a prendere le
distanze dalle sua parole? Prim’ancora di sapere se fossero vere? Una dolorosa mancanza
di fraternità per chi appartiene ad un Movimento come quello fondato da don
Giussani. Purtroppo lo stesso che accadde con Formigoni (che al momento non
risulta ne condannato nè in carcere) e ora si ripete con Negri.
Noi stiamo dalla parte di Negri: difendere un vescovo
come Negri significa difendere un uomo libero che ha a cuore il
suo popolo. Un uomo che ha già dato e continuerà a dare
tutta la sua vita a Cristo, alla sua Chiesa e a CL, in totale e sincera
obbedienza, un prete che ha il dono della chiarezza, e che in questi anni ha
tuonato contro le spinte eretiche nella Chiesa e ha messo in guardia contro
l’offensiva laicista e atea che minaccia vescovi e fedeli. Ed è per questo che
è finito nel mirino della massoneria, del mainstream mediatico e dei raccoglitori
di cacca del Fatto e di Repubblica in servizio permanente effettivo contro la
Chiesa Cattolica.
Ad maiora, mons. Luigi.
IL CROCEVIA
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