MONS. LUIGI NEGRI
Luglio 18, 2016
Avendo affermato sé come assoluto e avendo negato la Chiesa, oggi gli
uomini occidentali sono rimasti soli, con l’unica compagnia della solitudine e
del silenzio
Vorrei
intervenire brevemente su questa orrenda vicenda per
dire, insieme alla mia più grande vicinanza a tutte le vittime e ai loro
famigliari, alcune parole che sento profondamente. Mi rendo conto che tanto
sarà detto in queste ore e in questi giorni, molti discorsi di circostanza da parte di chi custodisce questo sistema
sociale che si sta disfacendo sotto l’urto di pressioni che sembrano
davvero irresistibili.
Da parte mia
vorrei semplicemente e brevemente rivolgermi alla gente, alla gente vera,
quella che ha i volti che ho visto stamattina nelle trasmissioni televisive, la
gente che si sente profondamente smarrita e abbandonata. Per secoli, in
effetti, era stato detto alle varie generazioni che c’era una presenza nella nostra vita, una presenza che non sarebbe
mai venuta meno, quella amorevole del Signore nostro Gesù Cristo, alla luce del
quale tutte le circostanze – anche quelle più terribili che hanno
caratterizzato la vita dei nostri popoli negli ultimi secoli – hanno potuto
essere vissute con esemplare dignità, una dignità che ha reso grandi le generazioni
passate anche nella tragedia.
Oggi però, avendo negato tale Presenza per affermare
l’uomo come assoluto, e avendo
negato la Chiesa per affermare l’autonomia della ragione umana e del progresso
scientifico – che culmina nelle orrende manipolazioni genetiche che sono
costantemente sotto i nostri occhi – non resta che constatare che l’uomo è rimasto solo, che non c’è
veramente più nessuno accanto a lui, e all’incommensurabile dolore per le
perdite umane e famigliari non rimane che la compagnia della solitudine e del
silenzio. Ma allora cosa dobbiamo fare? Personalmente non posso
parlare se non per quelli che credono in Dio o quelli che quantomeno lo
attendono. A costoro dico che bisogna ritornare a quello che ha affermato in un
lucido studio sulla chiesa delle origini il beato card. J. H. Newman, e
ribadito dall’allora card. Ratzinger: bisogna
semplicemente fare il cristianesimo.
In questo
mondo dove tutto si dissolve e la solitudine domina la vita dei singoli e della
società, condannandola a un processo segnato dalle diverse patologie – la più
tremenda delle quali è la violenza – bisogna
decidersi a non puntellare l’impero. I primi cristiani non puntellarono
l’impero ma fecero semplicemente un’altra cosa: fecero il cristianesimo.
Affermarono che Cristo, vivente tra loro nel mistero della Chiesa, era l’unica
vera risposta sulla vita dell’uomo e del mondo. Forti di questa certezza la
testimoniarono con la loro vita, quindi non semplicemente parlando di Dio,
perché di Dio parlano anche gli atei, e neppure genericamente parlando del
trascendente, ma del Dio di Gesù Cristo, che in Gesù Cristo si è fatto carne e
storia.
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