LA PANDEMIA DEL COVID 19 E LE
INFORMAZIONI SUPERFICIALI DEI MEDIA
Il
mondo ha attualmente una popolazione di oltre
7 miliardi e mezzo di abitanti. Tutte
le cifre che ci vengono ogni giorno snocciolate sul numero dei contagiati, dei
malati e dei morti a causa del Covid 19 vanno poste sullo sfondo di questo dato
di base. Si aggiunga che la capacità di raccogliere numeri precisi al
riguardo varia grandemente tra Paesi sviluppati e Paesi più o meno
sottosviluppati. Il confronto ha dunque senso soltanto tra Paesi con analogo
grado di sviluppo. Quindi fra Stati Uniti e Unione Europea o fra India e
Indonesia. E anche qui nella misura in cui i metodi di accertamento sono
simili.
Fatte
tutte le debite proporzioni lo stesso vale per l’Italia.
Con i suoi 10 milioni di abitanti la
Lombardia ha non molto meno del doppio della popolazione della seconda regione
più popolosa che è la Campania. L’Umbria ha circa 880 mila abitanti, meno della
provincia di Varese. La Basilicata ha circa 558 mila abitanti, 41 mila in meno
della provincia di Como. La Regione Autonoma della Valle d’Aosta ha 128 mila
abitanti, ossia è oltre 78 volte meno popolosa della Lombardia. Mettere a confronto il numero di nuovi
contagiati e di morti fra regioni italiane diverse senza sottolinearne le
rispettive dimensioni demografiche, come ogni giorno fanno giornali e
telegiornali, è professionalmente una sciocchezza.
Si
aggiunga poi il filtro lato sensu borghese-progressista che
oggi distorce il sistema mediatico. Si confrontano ogni giorno i numeri in
valore assoluto del virus negli Stati Uniti (328 milioni di abitanti) e nel
Brasile (209,5 milioni) con la situazione in Italia (60 milioni) per dimostrare
quanto ci si ammala dove governano i cattivissimi Trump e Bolsonaro, e quando
invece si guarisce qui da noi che abbiamo la fortuna di avere come premier
Giuseppe Conte e come ministro della Salute Roberto Speranza. In quanto poi ai
Paesi europei non mancano mai notizie sulla Gran Bretagna, dove è
al potere il mezzo-cattivo Boris Johnson, mentre non si dice mai nulla del
Belgio, che ha nella Ue la più alta percentuale di affetti dal Covid 19 in
proporzione ai suoi abitanti, ma dove è al potere un governo di unità nazionale
di difficile etichettatura.
ECCO I DATI VERI AL
30 LUGLIO DI ALCUNI PAESI
(da Il resto del
Carlino DEL 30/7/2020)
Indice di mortalità: rapporto fra il numero dei morti per il Covid 19 e la popolazione
STATI
UNITI (328 MILIONI, MORTI 151374 INDICE 0,00046)
BRASILE
(209,5 MILIONI, MORTI 88634 INDICE 0,00042)
ITALIA
(60,4 MILONI, MORTI 35129 INDICE 0,00058)
SVEZIA
(10,2 MILIONI, MORTI 5702, INDICE 0,00058)
Come si vede, l’Italia del pifferaio magico e della
stampa codina che diffonde la falsità che siamo i migliori, sta molto peggio
del Brasile, degli Stati Uniti, e anche della Svezia che non ha attuato alcun
lockdown.
Proviamo
allora a farci del Covid 19 un’idea un po’ più equilibrata per liberarci sia da
sproporzionate paure che da premature speranze.
Al
riguardo si può concludere che:
1) nel suo insieme, diversamente da quanto
accadde con la febbre “spagnola” nel 1918-22, il mondo contemporaneo si sta
dimostrando in grado di contenere anche la pandemia di un morbo virulento,
sconosciuto e inatteso come il Covid 19;
2) anche se non se ne sono state ancora
trovate delle cure specifiche, i medici hanno scoperto come usare di quelle
finora possibili in modo più efficace;
3) fino a quando si troverà un vaccino
si dovrà convivere con la presenza del virus ma, con un ragionevole e stabile
grado di attenzione, tale convivenza è sostenibile;
4) le risorse accumulate negli scorsi
decenni sono tali che — purché usate saggiamente e in modo tanto efficace
quanto solidale – ci consentiranno di uscire dalla crisi economica
internazionale, ora aggravata dalla pandemia, senza sacrifici insopportabili.
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