mercoledì 22 marzo 2023

BAMBINI TRANS GENDER: IL CASO DI KEIRA BELL

L'Express pubblica l'appello firmato da intellettuali, medici, magistrati, contro il «furto dell'infanzia» e la «mercificazione del corpo» dei minori indottrinati alla transizione di genere.

(Sul tema della disforia di genere si terrà a Cesena promosso dal Crocevia un incontro il 30 MARZO)

«Non possiamo più tacere su quella che consideriamo una grave deriva in nome dell’emancipazione del “bambino transgender” (che dichiara di non essere nato nel “corpo giusto”). I discorsi radicali legittimano le richieste di cambiamento di sesso sulla base della semplice percezione, presentata come verità. Ma questo al costo di un trattamento medico o addirittura chirurgico per tutta la vita (rimozione di seni o testicoli) sul corpo di bambini o adolescenti. È questo fenomeno e il suo alto profilo mediatico a preoccuparci, e non le scelte degli adulti transgender».

Cinquanta intellettuali e medici, filosofi, psicanalisti, avvocati, magistrati, insegnanti in Francia si ribellano al «furto dell’infanzia», alla «mercificazione del corpo dei bambini» e alla mediatizzazione di «discorsi ideologici fuorvianti» sull’autodeterminazione che stanno portando a una impennata di bambini e adolescenti che desiderano cambiare sesso.

Contro la deriva del “bambino transgender”

L’appello, pubblicato da l’Express, denuncia l’accelerazione preoccupante delle risposte mediche attraverso trattamenti ormonali o interventi chirurgici mutilanti alle richieste di transizione (dieci anni fa erano 10 all’anno, nel 2020, solo nella regione dell’Ile-de-France sono state 10 al mese) da parte di bambini ancora “in costruzione”: «Persuadendoli del fatto che gli è stato “assegnato” un sesso alla nascita, e che possono cambiarlo liberamente, questi bambini vengono patologizzati per tutta la vita: consumatori a vita di prodotti chimici ormonali commercializzati dalle compagnie farmaceutiche, consumatori ricorrenti di sempre più operazioni chirurgiche nel perseguimento del sogno chimerico di un corpo fantastico».

Una pressione esercitata in modo drammatico e senza contradditorio «per paura di certe associazioni Lgbtqi+» in particolare sugli adolescenti, «un idioma specifico o addirittura una nuova lingua viene imposta a coloro che circondano questi giovani che spesso si esprimono con un linguaggio stereotipato, come se avessero perso ogni pensiero critico (che è una caratteristica del controllo ideologico)».

 

LA STORIA DI KEIRA BELL

 


Chi è Keira Bell? Una ragazza che all’età di 16 anni è stata ritenuta dai medici abbastanza matura e competente per iniziare il percorso di transizione di genere.

Una storia drammatica, quella di una minorenne che nel giro di tre soli appuntamenti alla Tavistock (la controversa clinica del National Health Service che si occupa di “curare” bimbi e ragazzi che soffrono di disforia di genere (e da cui si sono licenziati 18 medici in tre anni per «ragioni di coscienza»).  si trova ad assumere gli ormoni bloccanti la pubertà e lo sviluppo, e poi iniezioni di testosterone e a vent’anni una doppia mastectomia, «un percorso tortuoso e inutile, permanente e che cambia la vita. Non credo che bambini e giovani possano acconsentire all’uso di farmaci ormonali potenti e sperimentali come ho fatto io», trattamenti che la clinica ha sempre presentato come “reversibili”, sostenendo che sarebbe bastato sospenderli perché riprendesse lo sviluppo del corpo.

Così non è stato, e Keira Bell, pentita, indotta a credere di essere intrappolata in un corpo non suo («non c’era nulla di sbagliato nel mio corpo, ma me lo hanno fatto credere») ha scoperto troppo tardi di aver preso una decisione irreversibile.

 Come era possibile, a soli 16 anni?

Accogliendo il ricorso di Keira Bell e di altri ex pazienti pentiti, l’Alta Corte inglese accerta i gravissimi abusi di terapie bloccanti la pubertà da parte del Gids (Gender Identity Development Service), il servizio di sviluppo dell’identità di genere della Fondazione Tavistock & Portman. Abusi denunciati in primis dallo psichiatra e psicanalista David Bell (qui trovate tutta la vicenda), a cui i medici iniziano a confidare paure e preoccupazioni.

Abusi denunciati due anni fa anche da una corposa inchiesta del Times: «È in corso un esperimento di massa sui bambini, i più vulnerabili – rivelano i medici che si sono licenziati denunciando le pressioni della clinica per avviare al percorso di transizione il più gran numero di bambini possibile dopo sedute di sole tre ore – bambini che hanno avuto problemi di salute mentale, abusi, traumi familiari. Ma a volte questi fattori vengono semplicemente insabbiati». Si parla di 2.519 piccoli inviati alla clinica, di cui il più giovane ha solo tre anni.

Da qui l’Alta Corte che accoglie il ricorso di Keira Bell introducendo, a tutela dei minori, il passaggio dal tribunale. Per i giudici è infatti «altamente improbabile che un bambino di età pari o inferiore a 13 anni sia competente a dare il consenso alla somministrazione di bloccanti della pubertà».

Chi è dunque, Keira Bell? Un caso limite?

Leggete la sua storia intera nel link dove lei parla in prima persona e racconta tutto, ma proprio tutto.

Keira Bell: la mia storia » FeministPost

 


Sul tema della disforia di genere si terrà a Cesena promosso dal Crocevia un incontro il 30 marzo 2023

Nessun commento:

Posta un commento