sabato 11 marzo 2023

IL TEXAS SI RIBELLA AL WOKE COL BUONO SCUOLA: «DOBBIAMO EDUCARE, NON INDOTTRINARE»

Greg Abbott annuncia l'arrivo dei voucher per la libertà di scelta educativa. Docenti, sindacati e stampa insorgono, ma le famiglie sono favorevoli

Rodolfo Casadei su TEMPI

Il governatore del Texas Greg Abbott 

 Il nuovo tour promozionale di Greg Abbott, rieletto l’8 novembre scorso governatore del Texas per un terzo mandato consecutivo, suggerisce che la svolta è imminente: prima della fine dell’attuale sessione del legislativo (fissata al 29 maggio prossimo) lo stato della stella solitaria avrà una legge per la promozione della libertà educativa attraverso l’istituzione di uno strumento equivalente al buono scuola.

«Molte scuole pubbliche in Texas sono eccellenti, ma dobbiamo fare di più per garantire a ogni studente la migliore istruzione possibile a sua disposizione. In definitiva, nessuno meglio dei genitori sa cosa sia meglio per il successo di un figlio. In questa sessione legislativa daremo a ogni genitore la possibilità di scegliere la migliore opzione educativa di alta qualità per il proprio figlio. Insieme, tracceremo un percorso verso futuri più luminosi e maggiori opportunità per i giovani texani in tutto il nostro stato», ha detto l’esponente repubblicano nella piccola cittadina di Corsicana il 28 febbraio scorso.

GREG ABBOTT PUNTA SULLA LIBERTÀ EDUCATIVA

Abbott intende raggiungere l’obiettivo della libertà di scelta educativa per le famiglie attraverso l’espansione del sistema dell’Education Savings Account (Esa), il conto di risparmio per l’educazione istituito nella precedente legislatura del Texas per gli studenti con bisogni speciali, cioè con disabilità, che attualmente permette a 450 mila studenti di ottenere fondi pubblici per pagare spese scolastiche nelle scuole pubbliche o private che frequentano. La procedura dovrebbe essere ora estesa a tutti gli studenti delle scuole dell’obbligo in Texas, cioè potenzialmente a 5 milioni e 300 mila soggetti.

Nel conto corrente vincolato verrebbero versati ogni anno 10 mila dollari, che la famiglia è obbligata a spendere per costi scolastici, ma libera di scegliere fra i vari tipi di scuola presenti nello stato. Come si legge sul sito del Partito repubblicano del Texas, si tratterebbe di «distribuire i fondi pubblici per l’educazione in modo che seguano lo studente in qualunque scuola di sua scelta, pubblica, privata, charter (scuole a finanziamento misto pubblico-privato diffuse nel mondo anglosassone – ndt) o educazione parentale, attraverso strumenti di esenzione fiscale e/o crediti d’imposta».

In realtà non è ancora stabilito se i “buoni scuola” consisteranno in soldi effettivamente versati dallo Stato o in crediti d’imposta che vengono recuperati in sede di pagamento delle tasse, perché i progetti di legge già presentati nei due rami del legislativo del Texas presentano diverse soluzioni. Secondo Abbott, dovranno in ogni caso soddisfare i criteri stabiliti nel suo Parental Bill of Rights, già presentato nella scorsa legislatura, che si prefigge di espandere le possibilità di scelta della scuola attualmente disponibili tramite Esa agli studenti con disabilità a tutti gli studenti del Texas, di modificare la costituzione dello stato per rafforzare il diritto di un genitore come principale decisore in tutte le questioni che coinvolgono i loro figli, di obbligare le scuole a informare meglio i genitori sui loro diritti, di ampliare l’accesso dei genitori ai curriculum, alle biblioteche scolastiche e a ciò che viene insegnato ai loro figli, e altro ancora.

Docenti, sindacati e stampa contro il buono scuola

La levata di scudi contro la riforma prefigurata da Abbott è notevole oggi come lo è stata in passato, capitanata principalmente da docenti e sindacalisti della scuola pubblica e da buona parte della stampa del Texas, che paventa una diminuzione delle risorse a disposizione delle scuole statali.

Un sondaggio della Texas University di Austin, pubblicato giovedì 2 marzo, ha rilevato che il 46 per cento degli elettori è favorevole ai buoni scuola, mentre il 41 per cento è contrario. Il margine di 5 punti risulta invariato dall’ultima volta in cui i sondaggisti avevano posto la domanda, nell’aprile 2022.

Famiglie contrarie ai «programmi woke» delle scuole pubbliche

L’ultimo sondaggio è stato condotto a metà febbraio ed è basato su un campione di 1.200 elettori registrati. Significativamente, i residenti delle aree rurali non sono risultati contrari alla proposta, ma solo leggermente meno favorevoli di quelli urbani: mentre questi ultimi sono risultati a favore per il 49 per cento, quelli rurali lo sono per il 46 per cento. «I genitori nelle zone rurali non rinuncerebbero mai alle loro scuole pubbliche. Le scuole pubbliche sono il cuore della comunità, e continuerà ad essere così», commenta Laura Colangelo, direttore esecutivo della Texas Private Schools Association, favorevole all’introduzione degli Esa per tutti. «Probabilmente non ci sono molti ragazzi che vorrebbero un’altra opzione, e non ci sono molte scuole private in questo momento nelle zone rurali. Quindi penso che quelle scuole rurali abbiano ben poco di cui preoccuparsi». In Texas sono censite circa 1.800 scuole non statali, le cui rette oscillano fra i 9.762 e gli 11.249 dollari all’anno. Per ogni studente delle scuole pubbliche lo stato del Texas spende mediamente 10.432 dollari all’anno.

Nei suoi comizi Abbott è molto meno accomodante nei confronti della scuola pubblica di quanto lo siano altri fautori della libertà di educazione, e insiste molto sulla necessità di garantire i diritti delle famiglie a proteggere i propri figli da forme di indottrinamento che si verificherebbero a scuola. «Le famiglie sono arrabbiate per i programmi woke che vengono imposti ai loro bambini nelle nostre scuole», ha detto in occasione del suo discorso a Corsicana. «Le nostre scuole esistono per educare, non per indottrinare».

 

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