Sui
diritti civili ci si mette un attimo a diventare incivili. Ne sa qualcosa Lucia
Annunziata, giornalista faziosissima e volto noto della tv di Stato, che ieri,
è sbottata in diretta intervistando - ma sarebbe più corretto dire aggredendo -
il ministro della famiglia e della pari opportunità Eugenia Roccella.
Nel suo intervento il ministro per la famiglia Eugenia Roccella sintetizza chiaramente l'inganno che si maschera dietro la cosiddetta trascrizione dei "figli di coppie omogenitoriali".
Punto primo: come vengono concepiti questi bambini
"Andrebbe spiegato meglio il concetto di maternità surrogata, che
apre ad un mercato di bambini. Ci sono fiere internazionali, una l'hanno
provata a fare anche a Milano, ma in Italia è vietata! E non solo la maternità
surrogata, ma anche la sua propaganda. Una maternità surrogata costa circa
100mila euro e alle donne arrivano circa 15-20mila euro"
Punto secondo: perché questa pratica non è assimilabile ad una adozione
"Con l'adozione noi rimediamo ad un danno (quello di un bambino
che non ha più un padre o una madre). Con la maternità surrogata invece ne
programmiamo uno (cioè la privazione programmata del padre e della madre). Noi
stiamo tornando indietro, non andando avanti, stiamo arrivando a forme di
mercificazione e schiavitù del corpo femminile. Questo non è un fronte del
progresso"
Punto terzo: in cosa consiste questa compravendita.
"Da una parte c'è chi compra gli ovociti, dai depliant, dai
cataloghi, da donne belle, alte, di una determinata religione e con un altro
quoziente intellettivo. Dall'altra invece ci sono le donne che prestano l'utero
con caratteristiche molto diverse".
A fronte di una questione etica e sociale di rilievo, fa sorridere (amaramente) che le reazioni giornalistiche abbiano dato più spazio alle parole stizzite della giornalista Annunziata, la quale ha sbottato in diretta dicendo "e fatela questa legge, c***o!", anziché alla questione centrale della vicenda, che consiste nella deriva antropologica in cui siamo immersi.
C’è un modo di fare giornalismo smaccatamente
partigiano, nel quale l'intervistato - se non è di sinistra - è un nemico da
attaccare e non un semplice politico da interrogare. L'imprecazione sfuggita in
diretta è anche la miglior radiografia dell'attuale stato di salute di una sinistra
in crisi di nervi. Ma, soprattutto, smaschera un complesso di superiorità che
impedisce il dialogo e contempla solo lo scontro.
La sinistra infatti, cappeggiata dalla nuova segretaria del PD Schlein, sta compiendo un vero e proprio condono etico sulla pelle dei bambini. Ormai non fa più scandalo che qualcuno, etero o omo che sia, decida di comprare un bambino all'estero, da catalogo, con pratiche chiaramente razziste, rendendo di fatto la vita umana oggetto di compravendita (una pratica, è bene ricordarlo, alla quale hanno fatto ricorso in tempi non sospetti anche esponenti politici della sinistra).
Continua a non scandalizzare anche l'analisi che la stampa italiana compie su queste vicende: da una parte esalta la nuova frontiera dei diritti radicali, come il diritto al figlio ad ogni costo, dall'altra criminalizza chi vuole mettere al centro, oltre all'interesse del minore, anche a rimarcare il reato, visto che si tratta di pratiche vietate dal nostro ordinamento.
Resta dunque da chiedersi: come società stiamo aiutando a compiere una chiara analisi su queste vicende?
E come Chiesa stiamo educando le giovani generazioni a smascherare questo inganno antropologico? O siamo ormai conformati alla mentalità di questo tempo?
Riportiamo la notizia rilanciata dall'ANSA
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