Intervista a cura di Nathan Greppi del
Centro studi Machiavelli per il libro Wokeismo, cancel culture e oicofobia
appena edito da Historica edizioni
1) Che differenze ci sono tra il politicamente corretto di oggi e i
conformismi sociali delle epoche passate?
Il conformismo è una tendenza permanente della società ma
tradizionalmente attingeva al senso comune e alla necessità di conformarsi al
potere civile e religioso dominante. Il nuovo conformismo ha matrice
ideologica, finalità correttiva e diffusione mediatica assai più potente. Il
carattere più specifico del politicamente corretto è la distorsione della
realtà, la maschera che prevale sul volto, il dire che cancella il fare, e
l’intimidazione per chi vi si sottrae; il politically correct è un moralismo in
assenza di morale, un bigottismo in assenza di religione, un antifascismo in
assenza di fascismo.
2) Intervistato a gennaio sul settimanale TPI, ha dichiarato che la sinistra
ha sostituito le battaglie degli operai con quelle per i diritti civili. Come è
avvenuta questa mutazione nell’anima della sinistra? E quali sono i suoi
effetti?
Da una parte il fallimento del comunismo in tutte le sue forme di regime,
dall’altra parte il trionfo del capitalismo e del mercato globale, infine la
trasformazione della società industriale e operaia in società postindustriale e
impiegatizia. L’incrocio di questi tre fattori ha condotto alla perdita
dell’anima proletaria, sociale e anticapitalistica della sinistra e alla
sostituzione con i diritti soggettivi, le cosiddette diversità, il primato dei
diritti sui doveri e dei desideri sui diritti.
3) Il filosofo inglese Roger Scruton aveva coniato il termine “oicofobia”
per identificare l’odio per le proprie radici, specialmente in Occidente.
Secondo lei, l’oicofobia costituisce una minaccia? E in cosa si distingue dalla
xenofobia?
L’oicofobia, a mio parere, è il rifiuto e il disprezzo di tutto ciò che è
nostro, nostrano, che evoca un’identità, un’appartenenza comunitaria, una
radice e una tradizione. Quel continuo vergognarsi dei segni, simboli, culture
e sentimenti che ci collegano alla nostra terra, al nostro sentire civile e
religioso, alla nostra stessa famiglia. L’esatto contrario della xenofobia che
è paura dello straniero, del diverso, del lontano e che è una degenerazione del
positivo sentimento di appartenenza a una comunità, una civiltà e una polis;
una paura che può farsi a sua volta aggressiva.
Roger Scruton |
4) A suo parere, nel mondo conservatore vi è una consapevolezza dei rischi
dovuti alla diffusione del politicamente corretto e dell’oicofobia?
Si, credo che ormai non solo la consapevolezza ma il rifiuto di questo canone
artificioso, ideologico, costrittivo, siano assai diffusi e spiccati. Quel che
non è invece abbastanza sviluppato è l’elaborazione di un pensiero critico
intorno a questa egemonia, e il coraggio intellettuale e civile di contrapporre
a questo modello tirannico e irrealistico, un tipo di società che parta da ciò
che è reale e naturale, consolidato dalla storia, radicato nel tempo e nel
luogo. Il disagio c’è, e anche la rabbia, ma non c’è un’adeguata risposta sia
sul piano del ragionamento, sia sul piano della proposta alternativa.
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