martedì 26 marzo 2024

NELLA SETTIMANA SANTA QUALE POESIA SE NON "L'ASINO" DI CHESTERTON?

 

L'asino
Gilbert Keith Chesterton
Quando i pesci volavano e le foreste camminavano
 E i fichi crescevano sulle spine,
Un momento in cui la luna era rossa
   Allora sicuramente sono nato.

Con testa mostruosa e grido disgustoso
   E le orecchie come ali erranti,
Parodia del diavolo ambulante
   Su tutte le cose a quattro zampe.

Lo stracciato fuorilegge della terra,
   Di antica volontà storta;
Fate la fame, flagellatemi, deridetemi: sono muto,
   Mantengo ancora il mio segreto.
 
Sciocchi! Poiché anch'io avevo la mia ora;
   Un'ora lontana, feroce e dolce:
C'era un grido nelle mie orecchie,
   E i palmi davanti ai miei piedi.

 

 

Strofa Uno

Quando i pesci volavano e le foreste camminavano

E i fichi crescevano sulle spine,

Un momento in cui la luna era rossa

Allora sicuramente sono nato.

 

La terra e il tempo in cui è nata questa creatura sono magici. Era un luogo in cui “i pesci volavano e le foreste camminavano”. C’erano “fichi” che crescevano sulle spine e “la luna era sangue”. Questo è un linguaggio mistico che evoca l'immagine di una terra oscura e strana molto diversa da quella che esiste oggi. 

Ciò che è interessante in questo pezzo, e viene scoperto nell'ultima riga di questa strofa, è che l'asino è chi parla. Sta descrivendo la propria nascita, le caratteristiche fisiche e i segreti.

Strofa Due

Con testa mostruosa e grido disgustoso

E le orecchie come ali erranti,

Parodia del diavolo ambulante

Su tutte le cose a quattro zampe.

 

Qui l’asino  continua a riferirsi a se stesso come avente una "testa mostruosa e un grido disgustoso". Questa non è un'immagine piacevole, ma la dice lunga su chi parla di sé in questo modo. Forse queste descrizioni, così come quella successiva in cui si riferiva a lui come avente “orecchi come ali erranti”, furono cose che gli furono raccontate quando era il primogenito. Ora si riferisce a se stesso in questo modo. 

Nelle due righe successive afferma di essere la parodia "  di un ambulante del diavolo ". Si considera una propaggine del diavolo, ma priva di tutte le parti che lo rendono potente. L'asino ha la forma del diavolo ma non il suo prestigio. 

Strofa tre

Lo stracciato fuorilegge della terra,

Di antica volontà storta;

Fate la fame, flagellatemi, deridetemi: sono muto,

Mantengo ancora il mio segreto.

 

Continua descrivendosi come il “fuorilegge a brandelli della terra”. La sua forma è in rovina ed è costretto a camminare sulla terra senza amici o addirittura compagnia. Nessuno vuole reclamare lui o quelli come lui. Tutto ciò è dovuto all’“antica volontà storta”. Qualcosa è andato storto quando è stato creato l'asino. La “volontà” che lo aveva creato era allora distorta. 

All'asino non importava cosa gli fosse successo, perché aveva un segreto. È qualcosa che non dirà mai, non importa quanto sia affamato o deriso. Nella strofa finale, il tono dell'asino si trasforma da quello nichilista oscuro e deprimente delle prime tre strofe a uno edificante e orgoglioso. 

Strofa quattro 

Sciocchi! Poiché anch'io avevo la mia ora;

Un'ora lontana, feroce e dolce:

C'era un grido nelle mie orecchie,

E i palmi davanti ai miei piedi.

 

È nella quarta strofa che l'asino si sbarazza di tutte le dispersioni e descrive con orgoglio come tutto è cambiato per lui. C'è stata un'"ora" che è stata "molto feroce... e dolce". Fu quando Cristo entrò a Gerusalemme cavalcando un asino, apparentemente lo stesso, la Domenica delle Palme. 

L'asino abbassò lo sguardo e vide “le palme davanti” ai suoi piedi. C'era una festa intorno a lui e sapeva di essere redento agli occhi del mondo. L'asino descrive questa esperienza come se la folla  festeggiasse lui piuttosto che Cristo e il messaggio di Cristo.

 

 


Anche il più disgraziato e vilipeso degli esseri (umani) può trovare il suo riscatto nel servire silenziosamente il Signore. Pazienza, umiltà, fede: a queste semplici virtù cristiane ci richiama Chesterton in questa Domenica delle Palme

Nessun commento:

Posta un commento