L’editore cesenate Francesco Giubilei è presidente di
Nazione Futura, il movimento dell’area di centrodestra vicino a Giorgia Meloni.
Accreditandosi come simpatizzante di Nazione Futura (che ha minacciato
querela), una giornalista del sito Fanpage ha realizzato un’inchiesta sui
giovani di Fratelli d’Italia che ha scatenato una bufera politica. Il tema è
quello della continuità o meno della destra italiana con Mussolini e il
fascismo. Fanpage ha rivelato l’esistenza di atteggiamenti neofascisti e
neonazisti tra i giovani di Fdi.Francesco Giubilei
Si tratta di un episodio o è un fenomeno più diffuso? «Conosco bene Gioventù Nazionale, movimento giovanile di Fdi, ho
partecipato come ospite a decine di eventi che hanno organizzato dal Piemonte
alla Sicilia, dal Friuli alla Puglia e in nessuna occasione, né durante gli
eventi pubblici né in momenti privati come cene o aperitivi, ho mai visto
posizioni estremiste o radicali. Non devo certo fare l’avvocato difensore di
Gioventù Nazionale ma l’immagine emersa dal servizio di Fanpage non fornisce il
vero volto delle centinaia di ragazzi e ragazze che fanno militanza al servizio
della propria comunità politica. Sarebbe bello che si raccontassero anche
eventi culturali, conferenze, momenti di solidarietà organizzati dai giovani di
FdI».
Nell’inchiesta di Fanpage si vedono esponenti di Fdi che sembrano
‘censurarsi’ in pubblico e poi lasciarsi andare in privato. É solo
opportunismo, marketing elettorale verso i nostalgici o c’è dell’altro? «Non penso sia così, non c’è nessuna nostalgia verso il passato ma al
contrario, come spiega Giuseppe Prezzolini, principale conservatore italiano,
la volontà di portare
avanti nuove idee ispirate a principii permanenti. La destra del futuro deve
guardare al pensiero conservatore come modello che si basa sulla difesa della
libertà e della democrazia, valori che non appartengono al fascismo. Per
farlo è necessaria un’importante opera culturale da unire alla militanza
attraverso scuole di formazione politica rivolte soprattutto ai giovani a tutti
i livelli, dal locale al nazionale».
A destra il rapporto col fascismo resta un problema aperto: perché non
si riesce a esprimere una chiara condanna? «La destra ha già
fatto i conti con la storia ed espresso una chiara condanna del fascismo, lo ha
fatto negli anni Novanta con la svolta di Fiuggi e l’intuizione di Pinuccio
Tatarella che portò alla nascita di Alleanza Nazionale, lo ha fatto più di
recente Giorgia Meloni nel suo discorso di insediamento alla Camera da
Presidente del Consiglio dicendo ‘mai avuto simpatie per i regimi, fascismo
incluso’. Mi sembra al
contrario ci sia da parte della sinistra un’ossessione per un “pericolo
fascismo” che, per fortuna, non sussiste. Lo scriveva Renzo De Felice: il
fascismo è terminato con la morte di Mussolini. Penso sia arrivato il momento
di un dibattito politico basato su temi e contenuti e non su accuse fuori dal
tempo».
Per Fdi non sarebbe più chiaro
cancellare la fiamma (che rimanda al MSI ma anche alla Repubblica Sociale di
Mussolini) dal simbolo? «Se in futuro Fdi dovesse
decidere di togliere la fiamma dal proprio simbolo dovrebbe farlo solo su
richiesta dei propri militanti o elettori, non certo perché lo chiedono
esternamente, è una questione di rispetto della propria comunità politica.
Inoltre non penso la fiamma rappresenti un problema dal momento che alle
Europee Fdi ha raggiungo il 28%, una percentuale simile a quella che
raggiungeva la Democrazia Cristiana nella Prima Repubblica ed è evidente che
parte del suo elettorato proviene da altre tradizioni politico/culturali non
per forza di destra. Ciò è testimoniato dai flussi elettorali e dai voti
ottenuti nelle periferie delle grandi città e tra i ceti più deboli che in
passato votavano a sinistra e oggi scelgono in molti casi FdI”
Intervista di Emanuele Chesi, da “Il
resto del carlino”
Nessun commento:
Posta un commento