Aborto
e potere. Cosa ho imparato dagli attacchi al mio emendamento per la vita. Il testo non modifica
in nulla la 194, ma hanno provato ad annichilirmi con una campagna mediatica
piena di bugie. E i primi attacchi sono arrivati purtroppo da cattolici di
sinistra
Lorenzo Malagola, Deputato FDI
La
notorietà fa parte della dimensione pubblica di un politico. C’è chi la cerca,
chi la vive con distacco e chi addirittura la subisce, scoprendosene travolto.
La notorietà è tendenzialmente divisiva, crea fazioni e separa i sostenitori
dai detrattori. Recentemente anche io ho toccato con mano cosa significhi
essere al centro di un piccolo caso mediatico a livello nazionale.
Partiamo
dai fatti. Sono stato promotore di un emendamento a un decreto legge sul Pnrr in
discussione alla Camera. Un provvedimento complesso che, tra le altre cose,
andava a finanziare le Case della comunità, nuova articolazione dei servizi
socio-sanitari a livello territoriale. Essendo prevista in esse la presenza dei
consultori, ho ritenuto importante ribadire quanto contenuto nella legge 194/78
laddove recita la possibilità di avvalersi per i consultori «della
collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di
associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile
dopo la nascita».
Anche considerando le poche convenzioni esistenti tra le Regioni (che hanno competenza sulla materia) e il terzo settore. Come se questa parte della legge 194 fosse nei fatti ignorata. L’emendamento è stato approvato con il parere positivo del governo e nella totale indifferenza dell’opposizione, che lo ha avuto sotto il naso per diversi giorni ma si è accorta di esso ormai fuori tempo massimo, quando era stata già posta la fiducia sull’intero decreto.
Il metodo dell’ideologia
La
grancassa della sinistra ha quindi iniziato a suonare il consueto ritornello
dell’attentato al diritto all’aborto, del sovvertimento della 194 e da ultimo –
come poteva mancare? – del pericolo fascista. Dieci giorni di titoli di
giornale, editoriali, trasmissioni tv, interviste a intellettuali e chiaramente
manifestazioni di piazza. In un corteo, qualche attivista ha pure tenuto a
ricordarmi con un cartello che il “vento fischia” anche per me, monito non
propriamente pacifico.
Da
questa prima esperienza di involontaria notorietà (non ho rilasciato
dichiarazioni pubbliche sul tema per evitare di rilanciare la polemica) ho
certamente messo a fuoco alcune questioni.
Il potere non sopporta chi è
contrario all’aborto
Primo:
il potere non sopporta, anzi è assolutamente contrario a chi difende la vita,
soprattutto se fragile e indifesa. Aveva ragione Madre Teresa di Calcutta
quando, ritirando il premio Nobel, scandalizzò il mondo connettendo l’aborto
addirittura alla guerra, affermando che il germe della guerra è lo stesso
contenuto nell’aborto. Infatti, se la vita è sacra e intangibile, esiste allora
qualcosa che viene prima del potere ed esso stesso è chiamato a inchinarsi a
una morale che lo precede. La difesa della vita nascente smaschera l’arroganza
del potere, il quale – come scriveva don Luigi Giussani – «nella vicenda
moderna del pensiero, si è volto contro la Trascendenza».Manifestazione abortisti aprile 2024
Secondo: l’ideologia non vede la realtà ma solo ciò che ha nella propria testa. Quanto previsto dal mio emendamento non ha in alcun modo modificato la legge 194, ma la necessità di non aprire un varco nel proprio fronte ha portato il potere a provare ad annichilirmi con una campagna mediatica piena di menzogne. Ogni mezzo diventa lecito, la propaganda progressista non fa prigionieri e in un attimo diventa violenta, i suoi cantori levano la propria voce all’unisono senza lasciare possibilità di replica. Come sempre, usa il metodo della derisione o della falsificazione, e quando non ha più argomentazioni valide nel merito, colpisce direttamente la persona screditandola. Altro che unità
Terzo: la comunione tra i cattolici
è ancora lontana. I primi attacchi sono arrivati
purtroppo dai cattolici di sinistra che hanno rilasciato dichiarazioni
scandalizzate, si sono battuti il petto di fronte a questo attentato alla
libertà della donna perpetrato da un deputato catto-fascista. Mi chiedo come si
possa riscoprire l’unione battesimale che lega chi è impegnato in politica alla
luce della fede. Solo questo è garanzia di libertà di fronte alle dinamiche del
potere e origine della testimonianza che possiamo portare nell’agone politico.
Altrimenti i cattolici diventano irrilevanti non tanto per una mancanza di
potere, ma proprio per aver ultimamente abdicato alle sue logiche.
L’emendamento
ha avuto una rilevanza che non mi attendevo ma evidentemente ha toccato un
nervo scoperto. Mi auguro che possa sostenere le Regioni nell’applicare
pienamente la legge 194 e abbia dato un segno di riconoscimento e solidarietà
alle migliaia di volontari che ogni giorno sono impegnati nel prendersi cura
della vita nascente e della tutela delle donne.
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