ANTONIO SOCCI
Una Crociata elettorale. È
quella di mons. Mariano Crociata che ieri ha voluto fare, come
un politico, il suo appello agli elettori, invitandoli di fatto a
votare per i partiti di centrosinistra. Al monsignore non
importa se sono partiti anticristiani o se, per esempio, di recente hanno
votato per inserire l’aborto nella Carta dei diritti. Gli importa
solo che combattano i sovranisti.
Infatti il titolo della sua intervista
della Stampa recita:
“Monsignor Mariano Crociata: ‘I
sovranisti sono un pericolo, l’UE è garanzia per le nazioni’”.Mons. Mariano Crociata
Il vescovo non si occupa di
fede, gli interessa solo la politica. Non parla mai di Gesù Cristo, ma professa
una fede fanatica in questa UE delle élite, diventata ormai, per molti
ecclesiastici, il nuovo vitello d’oro da idolatrare. Per 2000
anni è stato detto che non si può fare a meno di Dio. Oggi Crociata afferma:
“Non si può fare a meno della UE”. Quindi la tecnocrazia di Bruxelles
al posto di Dio?
Se questo è il nuovo dogma, sono
trattati da eretici i “sovranisti”, come li chiama il prelato
seguendo la demonizzazione della sinistra. Anche se di per sé il sovranismo
è un dovere di tutti perché la “sovranità” è consacrata
come il bene primario all’art. 1 della Costituzione della
Repubblica italiana.
Ma chi è mons. Crociata? È il vescovo
di Latina che – sebbene caduto in disgrazia con l’arrivo di papa
Francesco – per strane logiche clericali è diventato presidente della
Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea.
È evidente che questo monsignore
nell’intervista pontifica su cose di cui è totalmente a digiuno:
non sa nulla né di politica, né di economia, né di storia. Potremmo
dimostrarlo in un dibattito pubblico. Lo riterrei opportuno perché sono uno di
quei laici cattolici a cui spetta – come ha spiegato papa Francesco –
giudicare i fatti politici e sociali senza avere “vescovi piloti” (così
li ha chiamati sarcasticamente e criticamente il Papa) che invadono
arbitrariamente il campo pretendendo di “guidare” i laici su cose che
non li riguardano e che non conoscono.
Crociata non solo non si cura di
questa direttiva del Papa, che lo diffida dall’immischiarsi in politica, ma
palesemente ignora anche decenni di magistero pontificio sulla
“teologia delle patrie” (da Leone XIII a papa Francesco) fondata sulla
solida opera di san Tommaso. Inoltre non ha la minima
considerazione per tutto il magistero della Chiesa sulle radici
cristiane dell’Europa (con quello che ne deriva).
Gli interessa solo ripetere
pedissequamente i più triti slogan dell’europeismo di sinistra (senza
argomenti concreti) che già da anni leggiamo su Repubblica. Cioè
quell’europeismo ideologico distruttore delle nazioni e alla fine
dell’Europa stessa.
È una delle tipiche infatuazioni
ideologiche del ceto clericale che ama seguire i pifferai ideologici. Come
ricordò Joseph Ratzinger nella sua celebre omelia in apertura
del Conclave del 2005: “Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in
questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero…
La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da
queste onde – gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo,
fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale;
dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo
e così via”.
L’ismo di oggi è l’europeismo, devastante
come i precedenti. Ma di solito il popolo cattolico non ci casca e vota con
la propria testa.
Antonio Socci
Da “Libero”, 8 giugno 2024
Nessun commento:
Posta un commento