Paola Bonzi
sabato 29 novembre 2014
Davvero una meraviglia
questa immagine di vita umana! Otto settimane e la morula (cellula derivante
dall’unione dei due gameti maschile e femminile) è diventata un bambino. Certo,
un bambino molto piccolo ma chi avrebbe il coraggio, guardandolo, di negarne
l’identità?
Mi capita spesso al
Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli di mostrare queste immagini tutte
condensate in un fascicolo della mia grande amica Lucia Barocchi che mostrano
passo dopo passo lo sviluppo intra-uterino. Si tratta di fotografie che un
esperto fotografo ha ottenuto inserendo diverse camere fotografiche in
altrettanti uteri materni seguendo lo sviluppo della gestazione. Quando una
donna pensa di abortire, capita frequentemente che davanti a quelle fotografie
scoppi in lacrime copiose.
"Non me lo sarei
mai immaginato così; come è bello!” La bellezza, infatti, è qualcosa di
estremamente commovente. Sembra impossibile che quella prima cellula, derivante
dall’unione dei due gameti, si sia moltiplicata, per volontà propria,
all’insaputa della madre stessa, per miliardi di volte. E come si è
moltiplicata bene! Guardare le cose belle mette la gioia nel cuore e spesso
impedisce alle gestanti il pensiero di annullare la vita. Siamo attorniati da
bellezze naturali e artistiche e tutto ciò ha il senso di rendere piacevole la
vita.
Ogni tanto mi trovo a
pensare che il mondo sarebbe potuto essere in bianco e nero, i fiori senza
profumo, i bambini senza il sorriso negli occhi. Sarebbe un mondo molto
impoverito e anonimo. Rifletto su tutto ciò pensando all’insegnate di religione
che ha voluto, forse anche senza chiederne il permesso, proiettare quel
terribile film dal titolo Il grido silenzioso. Nei primi anni 80
questa pellicola riceveva molti consensi ed era proiettata in numerosissime
scuole. Sono sempre stata considerata una “balorda” poiché sempre in disaccordo
con queste modalità. Per onore di cronaca, un aborto chirurgico non occupa
tutto il tempo che il filmato propone e la voce guida che indica i pezzetti di
questo piccolino tirato fuori dall’utero materno, è davvero molto caricata. Al di
là di tutto, continuo a non comprendere perché mostrare ciò che è orribile al
posto di ciò che è magnifico.
Lo sviluppo di un
bambino nell’utero materno è davvero “impressionante” per la sua bellezza; è il
miracolo della vita che si sviluppa indipendentemente dai nostri desideri e dai
nostri voleri. L’energia vitale ci commuove; questo piccolo bimbo riempie i
nostri occhi e il nostro cuore delle cose più belle.
Perché allora, quando
esistono cose così fantastiche, noi mostriamo quelle più orribili? Il bambino,
il fanciullo, il pre-adolescente, l’adolescente devono prepararsi ad affrontare
la vita perché fatta delle cose più belle. Abbiamo proprio bisogno di provocare
sentimenti di orrore? Mi sembra quasi di individuare una nota di sadismo
perché si infili nelle pieghe dei comportamenti umani.
E’ con la paura, lo
sbigottimento, il terrore psicologico che impediremo le scelte sbagliate?
Alla Mangiagalli esiste
un reparto per i bambini nati prematuri, dove si procurano carezze, cioè cose
buone! Addirittura è stato acquistato un robot che prepari sapientemente le
terapie per i piccoli pazienti perché le affettuose infermiere possano usare
quel tempo risparmiato per regalare tocchi di bontà e di affetto.
L’uomo, per
realizzarsi come tale, non deve essere terrorizzato dalle negatività ma, al
contrario, bisogna che si innamori di ciò che è bello, colorato, profumato per
poterne godere. Chi non ricorda, anche in età anziana, il profumo della pelle
di un neonatino? Secondo me questo è uno dei ricordi che ci accompagneranno
lungo la vita, perché la vita dei piccoli bimbi è purezza e innocenza.
Affasciniamo i giovani con queste realtà positive senza pretendere che la paura
impedisca di compiere atti sbagliati.
E il buon Dio che cosa
ci sta a fare? Potrebbe, se volesse, trovare il modo per far diventare tutto
grigio e senza profumo. Noi siamo stati creati per essere uomini e donne
libere, liberi anche di compiere azioni che ci allontanino da Lui. Genesi cap.
3, è già stato scritto; è stato infatti redatto dalla tradizione
javista, circa 3mila anni fa. Il Creatore della verità e della bellezza ha
permesso che ci ingannassimo e che ci sentissimo nudi. E’ venuto comunque a
cercarci pur bugiardi che fossimo stati. Chi siamo noi per negare la libertà
convinti di poter usare anche il male pur di affermare le nostre verità?
Cerchiamo ciò che nella vita è bello e questo ci farà innamorare della verità.
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