".. dall'inizio del tempo moderno si viene elaborando una
cultura non cristiana. Per lungo tempo la negazione si è diretta solo contro il
contenuto stesso della Rivelazione; non contro i valori etici, individuali o
sociali, che si sono sviluppati sotto il suo influsso. Anzi, la cultura moderna
ha preteso di riposare precisamente su quei valori. Secondo questo punto di
vista, largamente adottato dagli studi storici, valori come ad esempio quelli
della personalità e dignità individuale, del rispetto reciproco, dell'aiuto
scambievole, sono possibilità innate nell'uomo, che i tempi moderni hanno
scoperto e sviluppato.... quest'autonomia della persona ha preso coscienza di
sé ed è diventata una conquista naturale, indipendente dal cristianesimo. Questo
modo di vedere si esprime in molteplici forme ed in modo particolarmente
rappresentativo nei diritti dell'uomo al tempo della rivoluzione francese.
(...) L'idea che questi valori e questi atteggiamenti appartengono
semplicemente all'evoluzione della natura umana mostra di misconoscere il vero
stato di cose; anzi, bisogna avere il coraggio di dirlo apertamente, conduce ad
una slealtà che all'osservatore attento appare caratteristica dell'immagine
dell'epoca moderna".
"Un nuovo paganesimo si sviluppa, ma di natura diversa da quello antico... Come forma di esistenza l'antichità è definitivamente tramontata. Quando l'uomo di oggi diviene pagano, lo è in forma totalmente diversa dall'uomo prima di Cristo... Da qui proviene la singolare impressione di immaturo arresto di sviluppo che ci dà l'anticristiano che crede nell'antichità... Ma allora la fede cristiana stessa dovrà uscire dalle laicizzazioni, dalle analogie, dalle mezze misure e dalle confusioni... Il patrimonio culturale della Chiesa non potrà sfuggire alla generale decadenza della tradizione e là dove ancora sussisterà sarà assalito da molti problemi... La solitudine nella fede sarà tremenda. L'amore scomparirà dalla condotta generale. Non sarà più compreso, e diverrà tanto più prezioso... Forse si farà una esperienza tutta nuova in questa carità: della sua sovrana originalità, della sua indipendenza dal mondo, del mistero del suo supremo perché. Forse la carità acquisterà una profondità d'intimità mai prima esistita"
Romano Guardini, La fine dell'epoca moderna, Morcelliana, 1950
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