Nel Consiglio Comunale di Giovedì 27 a Cesena, i
rappresentanti della città si sono interrogati su quello che stava accadendo al
piccolo Charlie Gard.
Il confronto non era sulle tecniche o sulla genetica, ma sui
poteri dello Stato e sulle sue sempre più violente ingerenze sul diritto alla
vita, che in questo caso hanno impedito al babbo e alla mamma di Charlie di
fare tutto quello che potevano per curare il loro bambino.
La vita di Charlie non è stata dunque inutile, perché ha
saputo risvegliare le coscienze anche in una quieta città di provincia, dove
ormai si discute, stancamente, solo di tasse comunali, di piazza della Libertà
e di un nuovo ospedale proiettato in un futuro lontanissimo.
La mozione ha diviso il Consiglio Comunale esattamente a
metà, nove favorevoli e nove contrari. La città ha avuto la possibilità di
schierarsi a fianco del piccolo Charlie, per dire che mai più dovrebbero
accadere simili situazioni.
Purtroppo c’è riuscita solo per metà, ma, come ha
scritto acutamente Leonardo Lugaresi nel suo blog, quella che doveva essere
nelle intenzioni dei potenti di oggi una asettica procedura amministrativa –nel
“best interest” di Charlie- e nella
quale bastava seguire i “protocolli”
(un po’ di carte e un po’ di firme), ha risvegliato anche a Cesena un movimento
delle coscienze che ha osato giudicare quello che stava accadendo, e ha fatto
in modo che tutto questo non avvenisse nel silenzio.
Rileggendo la mozione di Spinelli mi sono tornate alla mente
le profetiche parole che G. K. Chesterton scriveva nel 1904 : “… Fuochi
verranno attizzati per testimoniare che 2+2 fa 4. Spade saranno sguainate per
dimostrare che le foglie sono verdi d’estate. (…) S’avvicina il tempo in cui
una vita normale richiederà di essere eroi soltanto per esistere, per restare
fedeli ad una banale linea di vita, che i nostri antenati seguivano così
naturalmente come respiravano.”
Oggi, per molti, questo tempo è già venuto.
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