martedì 7 febbraio 2023

SIRIA. PADRE BAHJAT ELIA KARAKACH: «DOPO GUERRA E POVERTÀ, IL TERREMOTO: È UN PURGATORIO SENZA FINE»

Padre Bahjat, parroco latino di Aleppo, racconta a Tempi la situazione nel paese colpito stamattina insieme alla Turchia da un violento terremoto: «Ci sono macerie ovunque. Solo ad Aleppo almeno duecento vittime. Abbiamo bisogno di aiuto»

Leone Grotti Tempi,  06/02/2023 - 9:45



«Non bastavano la guerra e la povertà. Ora anche il terremoto: è un purgatorio che non finisce più». Così padre Bahjat Elia Karakach, frate della Custodia di Terra Santa e parroco latino di Aleppo, spiega a Tempi la situazione nella città della Siria, fortemente colpita dal sisma di stamattina come tutto il nord del paese e il sud-ovest della Turchia. «Solo ad Aleppo si contano almeno duecento morti», racconta facendo una stima parziale. Secondo le prime informazioni, il terremoto avrebbe fatto almeno 476 vittime in Siria e 912 in Turchia, migliaia i feriti.”

Il terremoto colpisce Siria e Turchia

Il terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito Siria e Turchia verso le quattro del mattino. «La scossa principale è durata molto, un’eternità, non finiva più. Poi ci sono state altre scosse, una quarantina, una dietro l’altra. L’ultima cinque minuti fa», continua il parroco di Aleppo.

Nella città siriana almeno 40 palazzi sono crollati, tantissime le case danneggiate. «La situazione ora è critica, ci sono macerie ovunque», racconta padre Bahjat a Tempi.


«La gente è scappata, molti in pigiama. Un centinaio di persone è venuto qui in chiesa a rifugiarsi perché fuori fa freddo, piove, non abbiamo corrente elettrica. Abbiamo detto la Messa per pregare insieme. Noi frati abbiamo dato da mangiare alla gente e ora cerchiamo di distribuire pacchi di primo aiuto. Non siamo ancora riusciti a contattare tutti i nostri fedeli. C’è un sacerdote sotto le macerie, un vescovo ferito».

«Bisogna estrarre la gente dalle macerie. Basta sanzioni»

Tutto il nord della Siria è stato colpito. La maggior parte delle vittime si conta ad Aleppo, Latakia e Hama. «Ora la priorità è cercare di salvare più vite possibile, bisogna tirare via la gente rimasta sotto le macerie», spiega padre Bahjat.

«Non ci voleva questo terremoto, il popolo della Siria è già in enorme difficoltà», conclude il parroco latino di Aleppo. «E ci tengo a fare un appello: l’Occidente deve togliere subito le sanzioni alla Siria. Dobbiamo ricostruire, dobbiamo soccorrere la gente che è al freddo, senza luce. Abbiamo bisogno di aiuto».

Pro Terra Sancta ha già avviato una campagna di raccolta fondi per rispondere all’emergenza (chi vuole può donare qui). Ma «ora la priorità è cercare di salvare quante più vite possibile. Poi però ci serve aiuto per ricostruire e soccorrere la gente che vive al freddo e senza luce. Abbiamo bisogno di aiuto, l’Occidente deve togliere subito le sanzioni alla Siria».

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