LEONARDO LUGARESI
Le mura del nostro
monastero di Santa Maria del Monte, l’abbazia benedettina che da dieci secoli
veglia – dall’alto di un modesto colle che noi a Cesena abbiamo sempre chiamato
“il Monte” per antonomasia, intuendo un’altezza spirituale ben maggiore di
quella fisica –sulla nostra città.
Difficile per me
sfuggire alla suggestione simbolica di questa immagine, mentre Cesena è in
parte allagata. Chiedo perciò scusa in anticipo per questo cedimento e mi
affido alle parole di un poeta, lungamente meditate negli anni giovanili.
Dove i mattoni son caduti
Costruiremo con pietra nuova
Dove le travi son marcite
Costruiremo con nuovo legname
Dove parole non son pronunciate
Costruiremo con nuovo linguaggio
C’è un lavoro comune
Una Chiesa per tutti
E un impiego per ciascuno
Ognuno al suo lavoro.
O città miserabili d’uomini intriganti,
O sciagurata generazione d’uomini colti,
Traditi nei dedali del vostro stesso ingegno,
Venduti dai profitti delle vostre invenzioni:
Vi ho dato mani che distogliete dall’adorazione,
Vi ho dato la parola, e voi l’usate in infinite chiacchiere,
Vi ho dato la mia Legge, e voi fate contratti,
Vi ho dato labbra, per esprimere sentimenti amichevoli.
Vi ho dato cuori e voi li usate per sospettarvi.
Vi ho dato il libero arbitrio, e voi non fate altro che alternarvi
Fra la speculazione futile e l’azione sconsiderata,
Molti sono impegnati a scrivere libri e a stamparli,
Molti desiderano vedere il loro nome a stampa, Molti leggono solo i
risultati
delle corse.
Leggete molto, ma non il verbo di Dio.
Costruite molto, ma non la Casa di Dio.
T.S. ELIOT Cori da “LA ROCCA”
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