Nota introduttiva
Hans Urs von Balthasar (Lucerna, 12 agosto 1905 – Basilea, 26 giugno 1988) è stato un presbitero e teologo svizzero. Von Balthasar è considerato uno dei precursori del Concilio Vaticano II, e uno tra i maggiori teologi cattolici
del Novecento. Nel 1988 venne annunciata da papa Giovanni Paolo II la sua nomina a cardinale per meriti teologici, ma egli non fece in
tempo a ricevere la berretta: morì il 26 giugno, due giorni prima del Concistoro. Fu sepolto nella Hofkirche di Lucerna, in Svizzera.Von Balthasar, Ratzinger, Giovanni Paolo II 1988
Scrive Enzo Giammancheri nella Presentazione
del libro”Cordula, ovvero
sia il Caso Serio”
(1966) su cui ritorneremo in un prossimo post:
“Nella storia dello svolgimento del concilio Vaticano li il nome di Hans Urs von Balthasar non sarà scritto. Nonostante un teologo come Henri de Lubac, che lo ebbe discepolo, l’abbia giudicato l’uomo «il più colto del sup tempo» e l’abbia riconosciuto autore «di un’opera le cui immense e profonde pro porzioni sono tali che la Chiesa non ne conosce altre al nostro tempo» (cfr. «Paradosso e mistero della Chiesa»), Balthasar non fu chiamato a prendere parte né ai lavori preparatori né ad una delle tante commissioni di studio che assistettero i Padri durante il concilio. Il nome di Balthasar sarà comunque ricordato come fondamentale nella storia del post-concilio e della prima generazione conciliare, perché , se il tesoro contenuto nei testi del concilio non può rivelarsi subito, essendo la loro ricchezza e profondità maggiori di quanto intesero gli uomini che li hanno scritti, perché opera dello Spirito santo, quando come suggerisce ancora Henry de Lubac «si vorrà sfruttare questo nuovo tesoro, ci si accorgerà che per un compito tale nessuna opera offre forse tante risorse quante quella di Hans Urs von Balthasar».
SE IL SALE DIVENTA SCIPITO
“Casa in distruzione è la sapienza per il fatuo, e
parole disordinate la scienza per l'insensato.”
Eccl. 21,18.
Il
commissario (ben
intenzionato): Compagno cristiano, mi puoi dire una buona volta chiaramente
che cosa siete voi cristiani? Che cosa propriamente volete ancora nel nostro
mondo? In che cosa vedete il vostro diritto alla esistenza? Qual è il vostro
mandato?
Il
cristiano·. Anzitutto
noi siamo uomini come tutti gli altri, che collaborano adopera di edificazione
del futuro.
Il commissario: La prima
cosa la credo, la seconda la voglio sperare.
Il cristiano·. Da qualche
tempo noi siamo infatti “aperti al mondo”, ed alcuni di noi sono persino
seriamente “convertiti al mondo”.
Il commissario: Questo mi
pare un sospetto linguaggio da prete. Sarebbe, infatti, ancor più bello se voi,
‘uomini come gli altri’, vi foste convertiti già prima ad un’esistenza degna di
uomini. Ma veniamo al fatto. Perché siete ancora cristiani?
Il cristiano: Oggi noi siamo cristiani
maturi, pensiamo ed agiamo con responsabilità morale.
Il commissario: Lo voglio sperare, dal momento che vi
presentate come uomini. Ma credete qualcosa di particolare?
Il cristiano·. Questo non è tanto importante; ciò che
importa è la parola epocale; l’accento oggi cade sull’amore del prossimo. Chi
ama il prossimo, ama Dio.
Il commissario·. Nell’ipotesi che esista. Ma poiché non
esiste, non l’amate.
Il cristiano: Lo amiamo implicitamente, in modo non
oggettivo.
Il commissario: Ah, la vostra fede quindi non ha un
oggetto. Andiamo avanti. La cosa diventa chiara.
Il cristiano: Non è del tutto così semplice. Noi
crediamo in Cristo.
Il commissario: Ne ho già sentito parlare. Ma sembra che
storicamente se ne sappia maledettamente poco.
Il cristiano: Concesso. Praticamente nulla. Perciò noi
non crediamo tanto al Gesù storico quanto al Cristo del kerygma.
Il commissario: Che razza di parola è questa? Cinese?
Il cristiano: Greco. Significa la predicazione del
messaggio. Noi ci sentiamo toccati dall’evento linguistico del messaggio della
fede.
Il commissario: E che mai c’è in questo messaggio?
Il cristiano: L’importante è il modo in cui se n’è
toccati. Ad uno può promettere il perdono dei peccati. Questa, in ogni caso,
era l’esperienza della comunità primitiva. A ciò dev’essere stata indotta dagli
eventi relativi al Gesù storico, del quale veramente non sappiamo abbastanza
per essere certi che lui...
Il commissario·. E questo chiamate la vostra conversione al
mondo? Siete gli oscurantisti di sempre. È con simili chiacchiere prolisse che
volete collaborare all’edificazione del mondo!
Il cristiano {gioca la sua ultima carta): Abbiamo Teilhard de Chardin, che in
Polonia fa una grande impressione!
Il commissario: La facciamo già noi. Non abbiamo
bisogno, per questo, di dipendere da voi. Ma è bello che anche voi siate giunti
infine a tal punto; soltanto, liquidate definitivamente le carabattole
mistiche, che non hanno nulla a che vedere con la scienza, e allora potremo
discorrere tra noi dell’evoluzione. Nelle altre storie non entro. Se voi stessi
ne sapete così poco, non siete più pericolosi. Con ciò ci risparmiate una
pallottola. Abbiamo in Siberia dei campi molto utili, dove potrete dimostrare il
vostro amore per gli uomini e collaborare validamente all’evoluzione. Là si
ricaverà di più che sulle vostre cattedre tedesche.
Il cristiano {un po’ deluso): Voi sottovalutate la dinamica escatologica
del cristianesimo. Noi prepariamo il futuro regno di Dio. Noi siamo la vera
rivoluzione mondiale. Egalité, liberté, fraternité: questo è il nostro compito
originario.
Il commissario: Peccato che altri abbiano dovuto lottare
per voi. Dopo, non è difficile essere presenti. Il vostro cristianesimo non
vale un fico secco.
Il cristiano: Voi siete con noi! Io so chi voi siete. Tu pensi onestamente, sei un cristiano anonimo.
Il commissario: Non diventare insolente, giovanotto. Anch’io ora ne so abbastanza. Vi siete liquidati da soli, e con ciò ci risparmiate la persecuzione. Via.
Einsiedeln 1971 Giussani, Von Balthasar, Angelo Scola |
(pag. 117-120 del testo del 1966)
il libro è acquistabile on line in vari siti
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