Il messaggio di Davide Prosperi al movimento di Comunione e Liberazione per la morte di Jesús Carrascosa
Davide Prosperi10.01.2024
Cari amici, nel tardo pomeriggio del 9 gennaio è salito al Cielo il nostro
amato Jesús Carrascosa, “Carras” per tutti noi. Il Signore l’ha chiamato a sé
dopo poche settimane dalla scoperta di un male che si era da subito capito essere
grave. Carras ha pronunciato il suo “sì” definitivo a Cristo con accanto a sé
sua moglie Jone e i suoi amici, i volti prossimi di quella grande compagnia
alla quale, dopo aver conosciuto don Giussani, ha dedicato instancabilmente la
vita.JESUS CARRASCOSA
Nell’incontro con don Giussani ha trovato risposta convincente a quello che
stava cercando: il cristianesimo è un fatto, e il metodo per imparare questo
fatto è quello di stare dentro una compagnia di amici che si riconoscono uniti
perché Cristo è presente.
In una sua testimonianza durante un Triduo pasquale di studenti di GS, disse: «Giussani diceva che la fede è riconoscere una Presenza, cioè non riguarda uno che è venuto e poi se n’è andato, come pensavo da ragazzo. Diceva anche che pregare è fare memoria di questa Presenza che è la risposta a tutte le nostre domande. Tutto questo l’ho capito grazie a don Giussani e a dei ragazzi come voi che lo hanno seguito. Ho scoperto che il principio unitario è questo Tu; il Tu di Cristo è il principio unitario che desta questa capacità di amicizia che è la comunione; “Dove due o tre si radunano nel mio nome, lì ci sono io”, “Io rimarrò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”, “Ti chiedo Padre che come tu e io siamo uno, che anche loro siano uno in noi, perché il mondo creda”. Questo essere una sola cosa tra di noi grazie a Lui è la felicità della vita».
Per me è stato un
amico grande. Pur certo che egli stia godendo dell’abbraccio di Cristo, per il
quale ha speso senza calcolo ogni goccia della sua vita, in questo momento
sento fortemente la mancanza del suo entusiasmo contagioso, del suo affetto e
della sua umile saggezza.
Poco prima di Natale sono andato a Madrid per
incontrare lui e Jone. Mi ha colpito vederlo, nella fatica e nella sofferenza,
così pieno di gioia, di curiosità e di disponibilità. Così come Jone, ben
consapevole di ciò che stava succedendo, mi ha testimoniato una profonda
sicurezza. Davanti a un uomo e a una donna così liberi dalle catene della paura
e del dolore, che normalmente affliggono nella malattia, cominci a desiderare
anche tu la stessa gioia, la stessa curiosità, la stessa disponibilità. Ti
viene da attaccarti a loro, a quel legame che esprime in modo straripante che
c’è qualcosa di più: Cristo, «principio unitario che desta questa capacità di
amicizia che è la comunione». Per molti di noi Carras è stato un padre, perché
nel seguirlo abbiamo imparato a riconoscere quel principio della vera unità,
della vera comunione. Anche per me è stato così: mi è stato padre per come mi
offriva e mi proponeva ciò che lui per primo seguiva, la presenza di Cristo.
Questo mi è stato ancora più chiaro negli ultimi
tempi, vedendo come è stato semplice per lui assecondare con intelligenza e
affezione autentiche, maturate nella gratitudine e nella preghiera, i passi che
ci venivano chiesti dalla Chiesa. E ho imparato nei dialoghi con lui quale
commozione produce per un padre camminare insieme a un figlio sul sentiero che
da giovane un tempo gli ha mostrato.GIUSSANI e CARRAS
Unito a tutti voi nella preghiera, vorrei anche
esprimere tutta la vicinanza e la gratitudine del nostro abbraccio a Jone con
queste tenere parole che don Giussani disse a degli Esercizi della Fraternità:
«Pensate a una famiglia come quella di Carras, che si è preso la responsabilità
di guidare il movimento in tutte le sue azioni missionarie, che sono in
sessantaquattro Paesi del mondo: che moglie deve avere, eh! Perché io dico
sempre agli uomini: voi siete così, siete veramente bravi, ma il primo merito è
quello di vostra moglie, che vi permette di fare queste cose. Comunque, sua
moglie è come lui». Che lui fosse pienamente consapevole e grato di questo si
capiva da come l’ha sempre guardata, fino agli ultimi istanti.
Grazie Carras della tua amicizia, grazie di
tutto. Ora che contempli il volto del Padre che tanto hai amato, continua ad
accompagnarci mentre proseguiamo insieme questo appassionante cammino.
Davide Prosperi
CHI ERA JESÚS
CARRASCOSA
Militante in un
movimento anarchico-cristiano, Jesús Carrascosa incontrò don Giussani a metà
degli anni 70. Un incontro che segnò il suo ritorno alla Chiesa e l’inizio di
CL in Spagna. Nel 1978 collaborò alla creazione della casa editrice Ediciones
Encuentro e dal 1979 si dedicò all’insegnamento in alcuni licei di Madrid. Nel
1997 venne chiamato in Italia da don Giussani per collaborare alla nascita del
Centro Internazionale di Comunione e Liberazione, inaugurato a Roma nel 2000 e
di cui fu direttore fino al 2006. Insieme alla moglie Jone ebbe un ruolo
fondamentale nei rapporti di CL con san Giovanni Paolo II negli ultimi anni del
suo pontificato. Nel 2022, all’età di 83 anni, accolse con docile disponibilità
la richiesta di assumere la responsabilità di Cl in Spagna affidatagli dalla
Diaconia centrale della Fraternità.
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