di Giampaolo Crepaldi
16-06-2015
Sabato si terrà a Roma, in Piazza San Giovanni, la manifestazione indetta dal comitato “Difendiamo i nostri
figli”. Il nostro Osservatorio Cardinale Van Thuân di Trieste aderisce alla
manifestazione e invita a partecipare. Sono
in atto dei poteri molto forti, presenti e attivi nella politica, nell’economia
e nella società, che stanno imponendo, in modo violento anche se apparentemente
democratico, un’etica nuova e addirittura una nuova visione di uomo e di donna,
di procreazione e di famiglia. La rete di alleanze che operano a questo
fine è molto diffusa ed è presente nella pubblica amministrazione, nei
sindacati, nell’associazionismo, negli ordini professionali, oltre che nella
politica.
Si può parlare di un “blocco storico”, ossia un blocco di interessi
ideologici ed economici che si faprepotente e che non tollera opposizione. La libertà di
espressione e di coscienza è seriamente messa in pericolo. Due sono i
principali teatri d’azione di questo blocco storico.
Il primo è l’educazione e la scuola. Forti delle Linee Guida
dell’Oms-Europa e delle Linee Guida del Ministero delle pari opportunità-Unar e
adoperando le possibilità offerte dalla Re.a.dy (la Rete della pubblica
amministrazione contro la discriminazione di genere), il blocco storico della
nuova ideologia penetra nelle scuole pubbliche in modo silente ma deciso e
sistematico. Accordi formativi con l’associazionismo Gay e Lgbt stilati da
Comuni, Als e scuole statali, dal livello delle materne alle superiori, di fatto
delegano, spesso all’insaputa dei genitori, a questo associazionismo
l’educazione “affettiva” e “sessuale” dei nostri bambini e ragazzi ai quali
viene insegnato l’omosessualismo e il transgenderismo come atteggiamenti
normali equiparabili all’eterosessualità. I corsi sono molto espliciti, gli
insegnanti non vengono ammessi in classe e i genitori, informati in modo
approssimativo e generico, non ne sanno quasi nulla. Approfittando
dell’indifferenza e dell’inerzia della pubblica amministrazione, ai nostri ragazzi
stanno arrivando messaggi fortemente diseducativi.
Il secondo à l’ambito legislativo. Il Parlamento italiano sta discutendo,
ormai da tempo, ma alcune voci dicono che è in atto una accelerazione delle procedure parlamentari
per volontà politica, tre testi legislativi, tutti e tre molto pericolosi. Il ddl Scalfarotto, se approvato,
considererà cosa penalmente perseguibile affermare in pubblico l’unicità della
famiglia naturale; il ddl Cirinnà
riconoscerà le unioni civili, ossia il matrimonio omosessuale e, di
conseguenza, per volontà dell’Unione Europea, a quel punto l’Italia sarà
costretta ad approvare le adozioni di minori da parte di coppie omosessuali; il ddl Fedeli imporrà l’insegnamento
dell’ideologia del gender in tutte le scuole. Con queste tre leggi verrebbe
costruito un “sistema” giuridico, culturale, etico ed educativo nel quale
diventerà molto difficile la coerenza con le proprie convinzioni di etica
naturale e religiose.
Il sistema di pensiero che sorregge questo attacco sistematico è la concezione
del corpo come uno strumento, dall’uso
puramente tecnico, fungibile e intercambiabile; la sessualità come esercizio
indifferente alla identità sessuata; la stessa identità sessuata come qualcosa
da scegliere e non da ereditare; l’indifferenza tra i vari percorsi sessuali;
la procreazione come l’affermazione di un desiderio; la maternità e la
paternità come sganciate dalla fisicità e come fatto di elezione; l’inesistenza
di una natura umana sessuata e di una natura umana in quanto tale; la parcellizzazione
della persona che viene privata della continuità tra i diversi suoi atti legati
alla sessualità e alla procreazione, il diritto al figlio e il figlio come
prodotto. Si tratta della progettazione di un’umanità nuova che, tramite la
fecondazione eterologa e l’utero in affitto, trasformerà la comprensione che
dell’umano si è avuta finora. Si tratta della progettazione del postumano.
Papa Francesco, ormai da tempo, fa sentire puntualmente la sua voce contro
queste forme di «colonizzazione ideologica». Appena il 14 giugno scorso ha
detto che la migliore testimonianza contro il relativismo è fornita dagli sposi
cristiani e che «essere genitori si fonda sulla diversità di essere, come
ricorda la Bibbia: maschio e femmina». Pochi giorni prima, l’8 giugno, Papa
Francesco aveva detto che l’ideologia del genere mette in discussione «la
complementarietà tra l’uomo e la donna», complementarietà che è «il vertice
della creazione divina». Il nostro Osservatorio da tempo segue in profondità
questi fenomeni culturali, cercando di coglierne il senso e i pericoli più
profondi. In questo momento, nel nostro Paese, si è ormai giunti al momento
dell’azione. Sono molti – insegnanti, genitori, amministratori, operatori
sanitari – che si oppongono nel loro ambito di vita e di lavoro a questa
ricostruzione dell’umano. É ora il momento che si riuniscano per far sentire la
propria voce al Paese.
* Vescovo di Trieste e presidente dell’Osservatorio Cardinale Van
Thuân
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