E LA RIVOLTA DELLA PLEBE AL
CIBO INDÙ
I frati che hanno consegnato la mensa al cuoco vegano
Ci sono parroci che concedono le chiese ai maomettani e ci sono frati che
concedono le mense ai vegani: la notizia che il cuoco ayurvedico Simone Salvini
è stato invitato all’Antoniano di Bologna per preparare i pasti ai poveri fa
parte della storia ormai vecchia dell’apostasia clericale.
Per quanto
ignoranti, questi francescani dovrebbero sapere che il fondatore non tollerava
derive perfettiste e a frate Morico che auspicava l’astinenza perfino nei
giorni di festa ordinò: “Voglio che in un giorno come questo anche i muri
mangino carne, e se questo non è possibile, almeno ne siano spalmati
all’esterno”. Sebbene più esperti di canzoncine puerili (l’Antoniano organizza
lo Zecchino d’Oro), questi frati dovrebbero sapere che Francesco in qualità di
alter Christus non poteva che seguire il regime onnivorista di Gesù, colui che
“dichiarava mondi tutti gli alimenti” (Marco 7,19) liberando l’umanità dai tabù
della tavola.
Ci sono imprenditori che plaudono alla presente invasione perché abbasserà
ancora il costo del lavoro e ci sono mangiatori di tofu che considerano i
mangiatori di salsicce uno stadio primitivo dell’evoluzione umana: sono due
esempi del generale tradimento delle élite.
E la notizia successiva, quella
secondo cui molti frequentatori della mensa si sono manifestati contrari alla
svolta vegana, assume il sapore di rivolta della plebe. Contro una classe
dirigente (da quando i cuochi vengono chiamati chef sono classe dirigente pure
loro) in preda a una “visione turistica della realtà”, per dirla con
Christopher Lasch, e che pertanto non vuole né può immaginare cosa sia fare la
fila alla mensa dei poveri, dovendo poi combattere da una parte con immigrati
numerosi e giovani che cercano di passarti davanti e dall’altra con cuochi
fanatici che pretendono di sapere qual è il tuo bene. Il menù anticristiano
dell’Antoniano viene imposto col ricatto salutista: tu sei povero e dunque più
a rischio malattie, ci pensiamo noi a rimetterti in sesto, tu non devi fare
nulla salvo, dettaglio forse risibile per persone ridotte all’elemosina,
mettere il tuo corpo e la tua anima nelle mani dei cuochi di Brahma (la cucina
ayurvedica è la cucina tradizionale induista).
Pazienza che i benefici della ayurvedica siano scientificamente provati
quanto i benefici
nasconda il fatto che lo zucchero bio
conduce al diabete tale e quale lo zucchero non bio, pazienza che saziare
centinaia di derelitti con vegetali significa sovraccaricarli di amidi, e quindi
ancora una volta di zuccheri. Tanto i senzatetto non sono soliti leggere Gary
Taubes o Lierre Keith o le altre recenti ricerche in campo nutrizionale, loro
al massimo possono dire mi piace/non mi piace e pure con moderazione perché
l’alternativa non è la costoletta alla petroniana dell’Osteria Bottega o, per
rimanere a Bologna, la fiorentina di razza romagnola Igp del Caminetto d’Oro,
bensì lo stomaco vuoto. Per raggiungere il suo obiettivo il cuoco italo-indù si
dichiara pronto a tutto, anche alla truffa, “magari servendo legumi e cereali
in forme più rassicuranti, tipo piccole polpette di legumi, salsicce di
fagioli, ragù di soia”. E i frati dell’Antoniano sono entusiasti perché il
lavoro di conversione dei bisognosi di Bologna a un’altra religione Simone Salvini
lo svolge gratis.
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