WHY NOT?/ SALADINO: 10 ANNI E UNA VITA DISTRUTTA
venerdì 22 aprile 2016
"E' finito un
incubo. Glielo assicuro, un autentico incubo. Ma è durato dieci anni e la mia
famiglia, mia moglie, i miei figli, io stesso lo abbiamo pagato caro, sia per
questioni di lavoro sia per motivi di salute". Se non ce lo ricordasse Tonino
Saladino, la vicenda di cui è stato involontario protagonista bisognerebbe
andare a ripescarla su internet, nelle biblioteche, tra le scartoffie delle
cancellerie di tribunale.
CHI E' TONINO SALADINO (da un articolo di www.vietatoparlare.it)
... ho letto tre giornali sul caso di Antonio Saladino
presidente della Compagnia delle Opere, referente della stessa per il sud, ci
sono state intercettazioni telefoniche, Saladino sembra che abbia conoscenze un
pò dovunque , anche in ambiente politico ed abbia cercato di sfruttare queste
conoscenze per la Compagnia delle Opere. Pensate che la Compagnia delle Opere
nel sud ed in tutta italia è cresciuta ed è diventata importante … e già la
cosa è sospetta. Pensate che Saladino per raggiungere gli obiettivi sociali
della CDO aveva rapporti con politici di destra e di sinistra e cercava pure di
avere appalti pubblici!!! Da quello che ho letto al momento non emerge
nulla non solo di illegale ma neanche di amorale. Solo che la CDO è
cresciuta ed aveva molti amici che credevano nelle sue finalità. Posso
aggiungere che l’inchiesta si chiama "Why not"….e questo la dice
lunga sulla confusione, il pregiudizio ideologico ed il sospetto che
l’anima…sinceramente non ho capito quali siano i fatti…le ipotesi di reato,
perchè mi sembra che di questo si occupi la magistratura,… o no?
Gli italiani hanno digerito tante di quelle vicende
giudiziarie, complicate e intricate, in questi anni, che difficilmente si
possono ricostruire e anche solo ricordarle tutte. Infatti, a un giovane che
oggi ha vent'anni, l'ex magistrato Luigi de Magistris può sembrare solo un
combattivo sindaco di Napoli, un neo-Masaniello che si batte contro l'arroganza
di Matteo Renzi, in una città che non appare in grande salute e con un futuro
roseo. Che ne può sapere, un ventenne, di quell'ex magistrato, che aprì due
inchieste quando era pubblico ministero di Catanzaro? Chi può ricordare subito,
solo citando "Poseidone" e "Why not", il nome di quelle
inchieste che fecero scalpore per mesi e furono pompate in modo scandaloso da
una parte della stampa e della televisione italiana? A Salerno c'era la
"coda velenosa" di quelle inchieste. Si trattava in pratica di
decidere se "Poseidone" e "Why not" fossero state sottratte
a de Magistris sulla base di una sorta di "complotto massonico". Il
risultato, la sentenza è stata una dura delusione per l'ex magistrato, per
molti giornalisti presenti, soprattutto per quelli che hanno creato, lanciato e
innalzato de Magistris al ruolo di vittima di "poteri oscuri",
facendolo comunque diventare il nuovo Masaniello napoletano.
Il risultato quale è
stato, Saladino?
C'è stata l'assoluzione
di tutti noi imputati, siamo rimasti in sei dopo dieci anni, e la motivazione è
che "il fatto non sussiste". Il lavoro dei giudici è stato preciso,
puntuale, molto corretto. Una sentenza, quest'ultima, che ha smontato del tutto
il cosiddetto complotto.
E alla fine lei è uscito
definitivamente da questo incubo, dopo le altre assoluzioni.
Ma a quale prezzo! E mi
rendo conto adesso di che cosa significhi esattamente entrare nel tunnel di una
simile situazione, dove sei accusato di tutto, dove ti difendi con tutta la
forza che ti resta e spesso, se non confidando nella solidarietà degli amici,
ti senti solo, fragile, vulnerabile. Adesso, dopo la sentenza di Salerno, hanno
ricominciato a telefonarmi a casa diverse persone. Prima evidentemente si erano
dimenticate il mio numero.
E lei, anche se è
rimasto travolto dalle due inchieste e da tutta la vicenda, orchestrata dai
media, è fuori, ce l'ha fatta. Altri purtroppo non sono riusciti a superare
quei momenti.
E' vero. Alcuni non
hanno retto, non ce l'hanno fatta, sono morti, si sono lasciati morire, sono
rimasti soli e amareggiati. Questa giustizia che alla fine si dimostra corretta
e rimette a posto le cose, non riesce in ogni caso a ridarti la serenità di
dieci anni di vita vissuti nell'angoscia e con un disagio esistenziale che è
difficile descrivere. Dieci anni di vita perduti.
Lei era un dirigente di
spicco della Compagnia delle Opere in Calabria. Era riuscito a portare lavoro,
aveva l'entusiasmo di chi vuole creare iniziative e l'orgoglio di riscattare,
nei limiti del possibile, la situazione del suo Sud.
Avrei dovuto leggere
prima quello che aveva scritto Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il significato di
una sua bella frase è praticamente questo: a sud è meglio restare immobili, non
fare nulla. Altrimenti si riesce a scatenare solo invidia.
Certo che il meccanismo
usato in "Why not" ricorda il tritacarne di tante inchieste
giudiziarie all'italiana. Arriva il "canarino" pentito e usato, la
grancassa dei media, il protagonismo dei pm italiani, che sono gli unici
magistrati al mondo che hanno tanto potere. Alla fine uno si ritrova stritolato
e non sa più dove girarsi. E naturalmente viene pure accusato di aver messo in
crisi le realtà di cui ha fatto parte, come la Compagnia delle Opere. Oppure
compromette i contatti normali che ha avuto con uomini politici. Nell'inchiesta
di "Why not" è finito, tra gli altri, pure Clemente Mastella e quella
stessa inchiesta ha contribuito a mettere in crisi un governo.
Tutto vero, tutto da far
rabbrividire. E poi il pensiero che ritorna continuamente alle cose fatte, alle
occasioni che sono andate sprecate, al lavoro che ti è mancato, alla fatica di
reinventarsi una vita di fronte alla tua famiglia che soffre. E puoi metterti a
querelare a destra e a manca. Non c'è niente che ti ripaga dopo aver passato
una simile vicenda.
Alla fine quello che sta
meglio, dopo l'inferno che è stato scatenato in Calabria dieci anni fa, è di
fatto l'attuale sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Fuori dalla magistratura,
ma primo cittadino a Palazzo san Giacomo. Proprio un'esemplare storia italiana
di questi tempi.
Non ho più voglia di
fare commenti. Ora sono soddisfatto per la correttezza dei giudici di Salerno.
Incredibile che in
questo paese si resti ormai soddisfatti perché i magistrati si comportano
correttamente. Che altro dovrebbero fare? Si potrebbe commentare che ci sarebbe
da stupirsi per lo stupore. Ben tornato Saladino.
Grazie.
(Gianluigi Da Rold)
venerdì 22 aprile 2016
ilsussidiarionet
NOTA AMARA
Che ne sarà ora della
affermazione:
«CARO Direttore, leggendo in
questi giorni i giornali sono stato invaso da un dolore indicibile nel vedere
cosa abbiamo fatto della grazia che abbiamo ricevuto. Se il movimento di
Comunione e Liberazione è continuamente identificato con l’attrattiva del
potere, dei soldi, di stili di vita che nulla hanno a che vedere con quello che
abbiamo incontrato, qualche pretesto dobbiamo averlo dato. »
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