Grande intervento di Andrea Cangini
GIÀ il fatto di riferirsi alla
magistratura come a un «potere» dello Stato denuncia una torsione, una
forzatura o, come usa dire, un «attentato alla Costituzione». L’articolo 104
dice infatti che la magistratura è «un ordine», non «un potere». Spacciandola per
potere la si allinea a governo e parlamento, esibendo quella legittimità che in
democrazia ha solo chi viene eletto dal popolo.
Ma è chiaro che il neopresidente
dell’Anm, Piercamillo Davigo, si considera superiore a qualsivoglia premier.
Novello Robespierre, è mosso da
impeto rivoluzionario. Sa che a parlar male dei politici l’applauso è sicuro,
perciò non si risparmia. Ha rinfacciato a Renzi l’affondo sulle ferie dei
magistrati, poi ha detto che «se i politici smettessero di rubare» il conflitto
con i giudici si sanerebbe in radice.
Ad oltre vent’anni da Mani Pulite,
oscilliamo ancora tra il «tutti lavativi» e il «tutti ladri». E mai che i capi
dell’Anm sfruttino la carica per denunciare che negli ultimi 50 anni sono stati incarcerati 4 milioni di innocenti, che
un quinto dei processi finisce prescritto, che in magistratura si fa carriera
per meriti sindacali anziché professionali.
Meglio buttarla in politica,
l’applauso è garantito.
Tratto da Il resto del Carlino
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