Chi ha trasmesso
il documentario più crudele contro Madre Teresa? La Tv dei vescovi
TEMPI Settembre 7, 2016 Sabino
Paciolla
In questi giorni Tv2000 ha trasmesso, a più riprese, un documentario che
presenta la santa di Calcutta come un’invasata cristiana.
“Madre Teresa: al servizio di Dio” è il titolo di un
documentario trasmesso in quattro momenti diversi (sabato 3 settembre alle 7.35
e 23.20 e domenica 4 settembre alle ore 12.50 e 18.30) da Tv2000, la
televisione che fa riferimento alla Chiesa italiana. Il filmato è presentato
sul sito di Tv2000 così:
«È un documentario dai toni forti, talvolta crudeli, ma che mette in luce la
forza interiore di questa donna, ma anche le sue fragilità. È un ritratto
che esalta tutte le sfumature di una personalità complessa e controversa». Mah!
A noi pare un’infelice accozzaglia di tutte le feroci critiche che
per molti anni sono state scaraventate contro la santa di Calcutta. E che fino
a ieri pensavamo potessero arrivare solo da un certo mondo laicista, non certo
da una televisione di chiara ispirazione cattolica. Qui di seguito pubblichiamo
un post tratto dalla pagina Facebook In movimento.
Domenica 4
settembre è stata canonizzata Madre Teresa di Calcutta.
Come scriveva
don Giussani nella presentazione del libro di Cyril Martindale Santi,
«il santo non è un superuomo ma un uomo
vero… perché aderisce a Dio e quindi all’ideale per cui è stato costruito il
suo cuore e di cui è costituito il suo destino… fare la volontà di Dio dentro
una umanità che rimane tale e pur diventa diversa».
Noi che
corriamo, persi nella sbadataggine della vita quotidiana, nel giorno della
canonizzazione sentiamo il bisogno di essere aiutati a conoscere e comprendere
l’eccezionalità di quella grande persona, per fermarci un attimo e comprendere
la nostra vita. E magari per questo accendiamo TV2000, la televisione dei
vescovi italiani.
Di mattina
danno un documentario su Madre Teresa di Calcutta, girato nel 2010, diretto da
una giornalista francese, tale Patricia Boutinard Rouelle, che anziché dipingere una santa ci descrive una persona ossessionata
dal peccato, moralisticamente integralista, che involontariamente fa del male
pensando di fare del bene. Il documentario viene addirittura riproposto nel
pomeriggio, tanto è importante.
Per chi non
l’avesse visto, e per meglio capirne il tenore, ne riporto alcuni passaggi.
Nel documentario la voce fuori campo dice
che nelle case della congregazione religiosa delle Missionarie della carità,
luoghi sporchi e fatiscenti, si può entrare purché non si pongano domande,
facendo quasi intendere che ci si trovi in luoghi dove alle suore sia imposto
dall’alto il silenzio, in modo che non si diano spiegazioni, quasi fossero
luoghi “omertosi”. Sono posti dove le persone moribonde vengono accompagnate
alla morte, e quindi a Cristo, piuttosto che alla guarigione. Dubbi vengono
fatti sorgere circa la destinazione dei fondi, si dice infatti: «Le donazioni
arrivano, la congregazione è ricca, ma la questione denaro è poco chiara, non
ci sono cifre disponibili».
Madre Teresa
sarebbe una persona tormentata dal pensiero di non avere abbastanza fede e
dunque «come incontrare Dio se non offrendogli sempre più anime. Per placare la
sete di Gesù (notate come Gesù venga raffigurato come “assetato”, ndr), Madre
Teresa si imbarca in una sorta di corsa alle anime. La sua lotta contro
l’aborto non è forse il maggiore esempio di questa volontà di salvare più
anime?».
E quindi ecco
il filmato del discorso tenuto in occasione del
ricevimento del premio Nobel per la pace, in cui afferma che
l’aborto è il maggior distruttore della pace. Ma, subito dopo, viene
intervistato un padre gesuita, definito stretto collaboratore di Madre Teresa,
che afferma che «nelle parole di Madre Teresa non vede nessuna compassione nei
confronti delle donne costrette ad abortire, ma un giudizio morale». Il gesuita
dice che nell’ascoltare quelle parole proferite durante la cerimonia del Nobel
si è sentito a disagio. Per il commentatore «questa crociata (notare il
termine, ndr) contro l’aborto nasconde un’altra battaglia, quella contro la
contraccezione».
Si passa poi a
visitare il reparto con bambini disabili in cui alcuni vengono legati per
questione di sicurezza. Per questo, la voce fuori campo si chiede perché le
suore non utilizzino i soldi per assumere altro personale. Ma Madre Teresa è
ossessionata dalla sofferenza, da disabilità o altro non importa, e viene rappresentata quasi come una persona
masochista, e per darne un esempio viene citata una sua affermazione,
definita «molto strana»: «I poveri sono amareggiati e soffrono perché non hanno
la felicità che la povertà ci dona quando nasce per amore di Cristo».
Ad alcune
ragazze universitarie svizzere, che hanno passato un mese in una casa delle
Missionarie della carità peruviana, con bambini handicappati, le suore, che si
danno per amore ai poveri, sette giorni su sette, non avendo tempo di pensare a
se stesse, appaiono quasi inumane, e si chiedono se esse abbiano dei
sentimenti. Le ragazze fanno quasi
intendere che il luogo sia un “lager” poiché le suore impongono le restrizioni,
frutto del loro voto di povertà, anche ai poveri bambini sfortunati. Quindi
la voce fuori campo dice: «A che serve il voto di povertà se fa soffrire chi
vogliamo aiutare? Per le suore servire Dio dà senso a tutto ciò che fanno,
rischiando di allontanarle dalla realtà e dagli uomini». Madre Teresa come una persona ossessionata da un vuoto interiore alla
ricerca di Dio, un’ossessione che le fa fare cose strane.
Infine si
passa a Londra. I cronisti, accompagnando le suorine nelle loro escursioni notturne, si meravigliano perché
pensavano di andare in alcune zone interdette, in alcune periferie difficili,
«ma no, niente affatto. Con alcune medagliette della Vergine in mano, partono
per un quartiere animato del centro, dove, usando una loro espressione, “vanno
a salvare le anime dalle tenebre del peccato”». Si vedono così alcuni pornoshop
e una suora che riprende, con voce autoritaria e moralisticheggiante (nella
voce tradotta italiana) una persona frequentante quei locali. La suora, nella
voce originale, non ha, ovviamente, quel tono. Il fine è quello di raffigurare
una realtà che non esiste, di proporre una tesi ideologicamente precostituita.
Dopo la
visione di questo documentario verrebbe spontaneo chiedersi: «Ma perché si canonizza una tale persona?
Una persona ossessionata dal peccato? Che fa crociate contro l’aborto solo per
portare più anime a Cristo e ingraziarselo, visto che sente di avere poca fede?
Che salvando bambini dall’aborto e criticando la contraccezione non porta certo
aiuto ad una nazione sovraffollata come l’India? Una persona che “plagia” le
suorine sue consorelle tanto da farle diventare delle macchine, inumane ed
insensibili persino ai loro stessi bisogni?».
Il
documentario di TV2000 è in pieno accordo con l’editoriale di MicroMega pubblicato
il giorno prima della canonizzazione dal titolo: “Madre Teresa NON era una
santa”, in cui si sostiene che Madre Teresa ha aperto case dove i malati
venivano abbandonati a loro stessi, nonostante abbia raccolto centinaia di
milioni di sterline da donazioni che non si saprebbe dove siano finiti, forse
su conti bancari segreti. Che ha aperto sì 517 case di accoglienza in oltre 100
paesi, ma che questo costituisce «una ragione senza dubbio valida per chiudere
un occhio, almeno qui in Terra. Ai giudizi divini, penserà qualcun altro».
E allora, mi chiedo, è possibile che venga
prodotto, proprio sulla TV dei vescovi italiani, seguita da tante semplici
persone che si fidano, un documentario così radicalmente denigratorio della
figura della santa Teresa di Calcutta? Diffuso proprio nella mattinata della sua
canonizzazione, e riproposto addirittura per ben due volte nella stessa
giornata? Quale il fine? Che cosa ci vuole dire? TV2000 di che cosa ci vuole
convincere? Sono tanti gli interrogativi che aumentano la nostra confusione,
anche se una cosa è certa: qualcosa non quadra!
foto ANSA
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