Cari Amici,
L'incontro organizzato da Esserci svoltosi recentemente a Milano, è stato un successo.
Le testimonianze di Formigoni e Cesana hanno documentato lo svolgimento di quel profetico ed incisivo intervento.
Giussani: UN BRANO DEL DISCORSO AD ASSAGO 1987
Perché noi cattolici siamo a favore di uno Stato
laico. Veramente laico
L e caratteristiche di opere generate da una
responsabilità autentica devono essere realismo e prudenza. Il realismo è
connesso con l’importanza del fatto che il fondamento della verità è
l’adeguazione dell’intelletto alla realtà; mentre la prudenza, che nella Summa
di san Tommaso è definita come un retto criterio nelle cose che si fanno, si
misura sulla verità della cosa prima che sulla moralità, sull’aspetto etico di
bontà. L’opera, proprio per questa necessità di realismo e prudenza, diventa
segno di immaginazione, di sacrificio e di apertura. È quindi nell’impegno con
questo primato di libera e creativa socialità di fronte al potere, che si
dimostra la forza e la durata della responsabilità personale. È nel primato
della società di fronte allo Stato che si salva la cultura della
responsabilità. Primato della società, allora: come tessuto creato da rapporti
dinamici tra movimenti, che creando opere e aggregazioni costituiscono comunità
intermedie e quindi esprimono la libertà delle persone potenziata dalla forma
associativa. Un partito che soffocasse, che non favorisse o non difendesse
questa ricca creatività sociale contribuirebbe a creare o a mantenere uno Stato
prepotente sulla società. Tale Stato si ridurrebbe a essere funzionale solo ai
programmi di chi fosse al potere e la responsabilità sarebbe evocata semplicemente
per suscitare consenso a cose già programmate; perfino la moralità sarebbe
concepita e conclamata in funzione dello status quo, che chiamano anche «pace».
Pasolini diceva amaramente che uno Stato di potere, così come tante volte ne
abbiamo oggi, è immodificabile; lascia, al massimo, spazio all’utopia perché
non dura o alla nostalgia individuale perché è impotente. Politica vera, al
contrario, è quella che difende una novità di vita nel presente, capace di
modificare anche l’assetto del potere. Così, la politica deve decidere se
favorire la società esclusivamente come strumento, manipolazione di uno Stato e
del suo potere, oppure favorire uno Stato che sia veramente laico, cioè al
servizio della vita sociale secondo il concetto tomistico di «bene comune»,
ripreso vigorosamente dal grande e dimenticato Magistero di Leone XIII. Assago,
1987.
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