Animalisti
“Io sono stata la prima a portare
un cane in Parlamento. Sarebbe una rivoluzione candidare un animale nella
nostra lista”. Lo dice Michela Vittoria
Brambilla, fondatrice del Movimento
Animalista, intervistata dal quotidiano Libero. Le risponde subito,
su Twitter, Enrico Zanetti, ex viceministro dell’Economia: “sarebbe una
rivoluzione candidate un animale? Meno di quanto credi Michela…”. Risate.
Sipario. Anche questa settimana ci ha regalato la comica politica. Ma c’è da
ridere? Sì, se la stessa Brambilla non si prendesse sul serio. La sua è una “provocazione”,
d’accordo. Ma l’animalista sostenuta da Berlusconi pensa realmente (e lo dice
in ogni occasione) che i diritti degli animali debbano essere pari a quelli
degli uomini.
Tanto per cominciare, nella
presentazione del Movimento Animalista al Teatro Dal
Verme, la Brambilla ha rilanciato il primo punto del programma: inserire nella
Costituzione la nozione che gli animali sono esseri “senzienti”, dunque
titolari di diritti. Senziente non vuol dire razionale, ma in un periodo in cui
la filosofia mette la ragione umana in discussione e il termine stesso
“razionale”, riferito all’uomo, non è più una garanzia, il “senziente” rischia
veramente di passarci davanti nelle liste per la casa popolare o per la mutua.
La Brambilla vorrebbe, da subito, la “istituzione di un servizio veterinario
pubblico”, dunque la mutua per gli animali. Ma Silvio Berlusconi cosa fa?
Rincara la dose. “Secondo alcuni sondaggi, complice l'anonimato, ho verificato
che il 72% delle signore preferisce il proprio cagnolino al proprio coniuge
(sic!)”. Quindi diamo la mutua al cane e abbattiamo il vecchio?
C’è da chiedersi come si sia
arrivati fino a questo punto. Perché nei
libri di storia, quando si indica un esempio di decadenza politica, spesso si
cita Caligola che fece senatore il suo cavallo. Adesso abbiamo uno splendido
esempio di storia che si ripete (in farsa, quando allora era una tragedia).
Caligola portò il suo destriero nel massimo organo legislativo romano per
umiliare i senatori, non perché credesse nella causa dell'emancipazione degli
equini. La Brambilla, invece, ci crede. Lo spiegava chiaro e tondo nella sua
intervista rilasciata, sempre a Libero, il 29 maggio scorso.
Il partito solo animalista, a suo
dire, è nato perché “Battersi
per gli animali, in Parlamento, è difficile: il politico medio preferisce
compiacere le lobby che li sfruttano perché ritiene che portino voti. Ciò
premesso, mentre ero al governo, ho fatto togliere il Palio di Siena dalle
candidature per l’Unesco, ho predisposto con l’Anci ordinanze-tipo per l’accesso
degli animali sulle spiagge e nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, ho
promosso l’impugnazione di leggi regionali in deroga sulla caccia, ho scritto e
condotto in porto la cosiddetta “norma anti-Green Hill” che ha vietato di
allevare cani, gatti e primati non umani destinati ai laboratori, mettendo la
parola fine a quella fabbrica di morte”. Da notare, tutte le norme citate e il
boicottaggio al Palio di Siena sono state promosse da una Brambilla che era
ministro del Turismo. Un ministro che boicotta se stesso, praticamente:
un’attrazione turistica mondiale (il Palio), un intero settore di sport e
turismo (la caccia) e degrada quel che resta (i cani liberi di girare in
spiagge e ristoranti, anche contro il parere di gestori e proprietari). Quanto alla
sperimentazione animale, è uno sforzo notevole per ostacolare la ricerca di
farmaci che possono salvare vite umane.
E quindi, davvero animali e umani
pari sono? Tutti gli animali (inclusi insetti
e vermi) o solo quelli che ci piacciono, come cani, gatti, conigli e cavalli?
Proprio tutti. Lo diceva chiaro e tondo la Brambilla nella stessa intervista
“Tutti gli animali devono avere pari dignità e pari diritti (sic!). Ma per
rivoluzionare le normative e i costumi bisogna sempre partire da qualcosa di
più semplice”. Quindi è una questione di rapporti di forze: quando i tempi
saranno maturi, allora si daranno i diritti anche alle zanzare. Ma se un gatto
dovesse uccidere una lucertola? Sarà arrestato, o tutti gli animali saranno
uguali ma alcuni saranno più uguali degli altri?
La Brambilla si meraviglia anche di
fronte alla domanda del
giornalista Pietro Senaldi, se “arrivano prima gli uomini o gli animali”. “Che
significa «arrivano prima»? – risponde lei sconcertata - È una corsa podistica?
Nella tradizione del pensiero occidentale, a parte alcune eccezioni, tra uomo
ed animali c’è un abisso. Nella tradizione orientale, invece, c’è continuità.
La rivoluzione darwiniana ha dimostrato che avevano ragione gli orientali:
l’uomo è semplicemente l’animale più evoluto, non ha privilegi se non quelli
che si è attribuito da sé, la sfera del diritto e della politica è una sua
invenzione. Dovrebbe ricordarsene chi si chiede se gli animali hanno diritti”.
Anche quello di essere eletto. E’ la logica conseguenza. Resta da capire quanto
sia stata trascurata la cultura e la formazione nel centrodestra, se nel seno
Forza Italia, il movimento che si proponeva di fondere le tradizioni popolari e
liberali, sia nato un partito anti-specista, radicalmente contrario alla
cultura giudaico cristiana dell’Occidente.
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