by Berlicche
Probabilmente non lo sapete, non è il genere di notizia che si possa leggere sui nostri giornali o vedere alla televisione, ma alcuni giorni fa molti leader protestanti evangelici hanno firmato il cosiddetto “Nashville Statement“, la Dichiarazione di Nashville.
Di cosa si tratta? Di una forte riaffermazione che il piano di Dio preveda maschi e femmine, e che questa differenza non sia a discrezione dell’individuo. In quattordici articoli si parla di matrimonio, di castità, di ciò che compone la sessualità umana; negando ciò che su di esse dice il mondo in contrapposizione alle Scritture. Sebbene siano redatti da evangelici per evangelici, e si veda chiaramente, questi articoli potrebbero essere sottoscritti senza problemi anche da un cattolico. Di quelli “vecchio stampo”, intendo, un po’ come me.
Naturalmente una così forte e ampia presa di posizione contro gender e transessualismo rampanti non poteva non suscitare reazioni e contrapposizioni. Non starò lì ad elencarle, chi è interessato potrà approfondire per conto suo. Mi limiterò ad una nota he ho trovato in un post di un noto teologo: cioè che, almeno in ambito cattolico, quello che è inerente alla sessualità non trovi quasi mai posto in omelie e dichiarazioni. Non l’omosessualità, ma la sessualità per così dire normale. Quella della stragrande maggioranza della gente.
Quella è America, ma devo dire che anche da queste parti è così.
Personalmente non
ho mai sentito predicare, se non in ambiti decisamente ristretti o dedicati, quale sia la visione cristiana
sull’argomento. Perché si debbano evitare i rapporti prematrimoniali, i
mali del divorzio o dell’aborto. Ho seri dubbi che siano argomenti affrontati
in qualsivoglia luogo nel catechismo per i bambini, dato che questo è rivolto a
un audience di un età ancora disinteressata. E dopo, dove si può sentire? Così
temo molto che, al di fuori di quegli ambiti di cui parlavo prima, i giovani cattolici crescano completamente
ignoranti della visione della loro chiesa sull’argomento, e soprattutto dei
perché di questa visione. E’ come se si fosse rinunciato ad avere un punto di
vista diverso da quella del mondo, forse perché si considera il mondo come
stravincente. Come stupirsi poi dei risultati?
Ho letto che, se un matrimonio su tre finisce in divorzio, tra coloro che vanno a Messa la percentuale cala a uno su cinquanta, e uno su millecento per sposi che pregano insieme. Ma, a Messa, queste cose non vengono dette. Mi confidava un sacerdote qualche anno fa che praticamente tutti i frequentatori dell’oratorio avevano avuto le loro esperienze. Il guaio è trovarlo normale. Per poi stupirsi dei disastri della vita personale che attendono nel corso degli anni. Dell’infelicità.
Si ha quel che si semina. Se non si semina, non è lecito attendersi un raccolto.
Sembra che per certi uomini di chiesa si debba parlare di sessualità solo per dire “non bisogna giudicare, non bisogna condannare”. Come se il peccato non esistesse. Come se il peccato non avesse le sue conseguenze, in terra come pure in cielo. Come si fa a condannare la pratica omosessuale se non si condanna la pratica eterosessuale fuori dal matrimonio? Se non si dice che cosa sia il matrimonio, dove sta la sua bellezza e la sua convenienza, come attendersi che i giovani lo desiderino? Per quale scopo attendere, se non viene fornito uno scopo?
Come si può giudicare non le persone, ma gli atti, se non si è più neanche certi di cosa sia bene e cosa sia male? Non si ha più giudizio non solo sugli altri, ma anche sulle nostre stesse azioni. “E’ senza giudizio”, diceva mia nonna per indicare una persona che non sapeva quello che faceva.
Parte della Chiesa sembra avere abbandonato l’umanità perché incapace di dire le cose chiaramente. Per paura, per convenienza; o meglio per mancanza di fede, di speranza, di carità. Come se non fosse più vero ciò che diceva Gesù, ciò che si credeva in faccia al mondo solo l’altro ieri. Se non sono i sacerdoti a parlare chiaro, chi dovrà essere? Se nessuno li educa al vero, come faranno i nostri figli a crescere bene?
Gli evangelici hanno la Dichiarazione di Nashville, noi cattolici documenti magistrali a iosa. Ma se quelle parole, quelle realtà non ricominciano a essere dette dove possono essere sentite, cosa accadrà di noi?
Rimarremo anche noi senza giudizio, in attesa del Giudizio vero?
berlicche.wordpress.com/2017/09/06/senza-giudizio/
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