arcivescovo di Philadelphia
e membro del Consiglio permanente del Sinodo dei Vescovi
I cattolici americani hanno sempre avuto
un amore speciale per la Santa Sede. Due delle ragioni sono ovvie: Roma si trova a 4.500 miglia dagli Stati
Uniti, il viaggio era lungo prima che la tecnologia abolisse le distanze e, a
differenza di quanto accade in Europa, la Chiesa non ha mai avuto un ruolo
dominante nella politica americana, con tutte le conseguenze negative che
questo implica.
Una terza ragione sono stati gli uomini straordinari che hanno ricoperto la
carica di vescovo di Roma negli ultimi sei decenni.
Per queste ragioni, quando Papa
Francesco ha visitato Philadelphia alla fine del 2015 per l’Incontro mondiale
delle famiglie, lo ha accolto quasi un milione di persone. Erano presenti
molte famiglie con bambini e adolescenti. In tanti hanno aspettato in fila per
ore, sotto il caldo, per effettuare i controlli di sicurezza. Papa Francesco
era visibilmente sorpreso e colpito. Ero accanto a lui, l’ho potuto verificare
di persona.
Dopo tre anni, a causa di un ex cardinale statunitense, a un’inchiesta
giudiziaria in Pennsylvania, e agli abusi sessuali in Cile e altrove, la Chiesa è in agitazione. In questo
ambiente così turbolento, la Santa Sede ospiterà il Sinodo mondiale dei vescovi
a Roma dal 3 al 28 ottobre. L’incontro è focalizzato sui temi “dei giovani, della fede e della ricerca
della vocazione”, ma una convergenza di fatti negativi in un momento così
critico era difficile da immaginare.
Questo non significa che il Sinodo sia
destinato a fallire. L’appello personale di Francesco e la buona volontà che riuscirà a
generare rimangono forti. Da un punto di vista globale, il messaggio della
Chiesa ai giovani ha molti aspetti positivi. Negli Stati Uniti ci sono gruppi
come il Fellowship of Catholic University Students (l’Associazione di studenti
cattolici universitari, ndr), il Thomistic Institute e altri che hanno un’ottima
reputazione tra i ragazzi. Per questo motivo molti giovani preti, come quelli
che hanno scritto una lettera aperta sul Sinodo all’inizio del mese, vedono il
tema dell’incontro come un’opportunità. Spiegano chiaramente che il successo
del Sinodo dipende da una convinzione profonda nel Regno di Dio e nella
missione della Chiesa, malgrado i peccati dei suoi leader.
I giovani del clero americano che hanno firmato la lettera aperta hanno
dato una lezione di fede. Gli uomini che sono diventati preti cattolici in un
momento così velenoso e difficile, un momento in cui la reputazione dei vescovi
è più bassa che mai, sono o folli o uomini di Dio. Io conosco alcuni di loro.
Non sono folli.
Quando dicono che “la nostra cultura non
può venderci falsi idoli. Solo il Vangelo, vissuto con vigore radicale, può
soddisfarci e solo Cristo può rispondere alle difficoltà della nostra
generazione”, lo intendono veramente, e agiranno di conseguenza – malgrado lo
scetticismo dell’opinione pubblica e dei laici.
In virtù della loro fede, e di quella
degli uomini e delle donne come loro, l’Instrumentum laboris,
ovvero il documento preliminare del Sinodo, va rivisto e corretto.
Allo stato attuale, il testo va bene per quanto riguarda le scienze
sociali, ma è più debole nel suo richiamo alla fede, alla conversione e alla
missione. In un certo senso, questo non è inusuale. Tutti i testi del Sinodo
sono provvisori. Vengono discussi e corretti dai padri sinodali. Questo è importante perché nel testo del
2018 mancano degli elementi vitali.
Prendendo in prestito le parole di un teologo, il documento sembra soffrire
da una serie di “gravi problemi
teologici… incluso: una concezione sbagliata della coscienza e il suo ruolo
nella vita morale; una falsa dicotomia tra la verità e la libertà, un interesse
pervasivo sugli elementi socio-culturali, l'esclusione di tematiche morali e
religiose” e “l’assenza della speranza del Vangelo e un trattamento
insufficiente dello scandalo degli abusi sessuali”.
Commenti di questo genere sembrano duri, ma non sono del tutto
ingiustificati. Un Sinodo che ha a che fare con i giovani e la sessualità
dovrebbe anche affrontare – in modo onesto e completo – le radici degli abusi
sessuali sui minori. Ci sono delle questioni serie. Spero che l’incontro del 2018 possa candidamente affrontare queste
tematiche e mi auguro che il testo subisca le modifiche necessarie per
garantire il successo del Sinodo.
Il pontificato di Francesco è stato descritto come la medicina di Dio per
gli ecclesiastici, la cui nozione della vita cristiana è stata viziata da un
eccesso di astrazione. Allo stesso modo, né
al Papa né alla Chiesa viene reso un servizio – in particolare in un’epoca di
crisi e umiliazione – da un eccesso di sentimento, di compiacimento e di
sociologia. Le fede richiede di più.
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