mercoledì 15 luglio 2020

I CENSORI E I CONTESTATORI


Non si capisce perché certo odio sia più accettabile di un altro. Faccio un piccolo esempio: a Torino, l'altro giorno, la centralissima piazza Castello era stata concessa ad una manifestazione che si proponeva di "frocizzare l'esistente", con annessa locandina francamente oscena, in polemica persino con l'organizzazione del Gay Pride. Erano invitati personaggi illustri. Non so come sia andata, non c'ero. Però ritengo improbabile che i partecipanti siano stati apostrofati dagli epiteti che sono stati rivolti a noi che, quella stessa sera, eravamo in una piccola piazzetta nascosta a protestare credo un po' più silenziosamente contro la proposta di legge Zan.
SENTINELLE IN PIEDI, CESENATICO 11 LUGLIO 2020
E' un poco buffo che chi proclama di essere discriminato, angariato, di lottare contro il capitale e il sistema, alla fine riceva baci, abbracci ed endorsment (si dice così?) da quello stesso capitale e sistema che dovrebbe essergli contro. Che ci voglia un cordone di robusti poliziotti in tenuta antisommossa per evitare che chi manifesta in nome dell'"ammore"porti il suo odio sul piano fisico; chi parla di libertà la voglia tutta per sé e niente per chi non è d'accordo. Coloro che si definiscono contestatori sono i nuovi feroci censori. Sarebbe buffo davvero, non fosse tragico.
In quella piazzetta dimessa e laterale stavamo stretti; i contestatori, quattro gatti che urlavano slogan e coretti pittoreschi come i loro abiti (o l'assenza degli stessi), stavano anch'essi assiepati, ma volontariamente. Mi dispiace un po' che non si capisse bene quello che scandivano, i megafoni e il rimbombo lo rendevano poco intellegibile, ma qui c'è un esempio. Non ero vicino, se no avrei voluto domandare loro se "lotta dura / contro natura" voleva dire che erano antiecologici, cosa significa esattamente "Lotta anale / contro il capitale", o che c'entrava "vita bella" con "verginella". Ascoltandoli devo dire che facevo fatica a rimanere serio.
Sembravano prese in giro, ma loro parevano convinti. I poveretti erano anche poco informati su chi avevano a che fare: continuavano a darci dei catto-fascisti, ma se fascisti c'erano io non ne conosco, e una buona percentuale dei presenti non erano neanche cattolici. In effetti, era un evangelico pentecostale a guidare il gesto; e mi domando le gentili signore color cioccolato in prima fila cosa ne pensassero di quegli epiteti. La polizia ci ha fatti uscire dall'altra parte, per sicurezza; e sempre per sicurezza abbiamo scortato una partecipante abbastanza nota e odiata alla sua auto, per evitare che qualcuno le desse lezioni pratiche di tolleranza.
La serata è andata insomma come preventivato; quando all'inizio gli oppositori  - che avevano pre-imbrattato la piazza - non si erano ancora fatti vedere un poco mi ero preoccupato. La persona che era dietro di me si chiedeva perché non ci fosse mezza Torino con noi, ma fossimo solo in quattrocento; forse perché sono cose di cui nessuno parla, le sa solo chi vuole, chi capisce, e anche tra gli oppositori alla legge non c'è unità di vedute. Forse è questo che mette più tristezza; toccare con mano come il Grande Divisore agisca e prepari i suoi trionfi, per quanto effimeri.
Può anche darmi fastidio questo o quell'atteggiamento, quel modo di vedere; ma ciò che ci attende è ben peggio. Non dubito che i poveretti che ci manifestano contro saranno buttati via non appena chi comanda avrà ottenuto ciò che vuole, e magari cadranno vittime dello stesso tipo di leggi che ora cretinamente difendono. 
La legge forse passerà, come nel passato sono passate altre leggi inique, ad esempio al tempo di quel Paleocapa a cui è dedicata la piazzetta. Non sono loro che mi preoccupano, siamo noi.
Forse, dopo questa legge, i sacerdoti dal pulpito non potranno più dire certe verità; ma è da non so quanto tempo che non ascolto un sermone che questa legge potrebbe censurare.
Quanti sono gli insegnanti di religione che già oggi parlano chiaramente della verità del rapporto tra uomo e donna, di matrimonio indissolubile, di castità, di fedeltà, di destino?
 Se vogliamo avere la libertà di dire il vero, iniziamo a dire il vero e non nasconderci in piazzette laterali, come ci costringono a fare quelli che ci odiano.
Far tacere i muti è inutile, e ridondante. Siamo noi i nostri peggiori censori.
BERLICCHE

https://berlicche.wordpress.com/2020/07/13/i-censori-e-i-contestatori/

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