lunedì 3 maggio 2021

FEDEZ FA DIMENTICARE I LAVORATORI ANCHE IL PRIMO MAGGIO.

Al di là del merito della legge Zan, di cui pochi parlano davvero, il caso Fedez al Concertone del primo maggio ha qualcosa di emblematico. 

Segna il compiersi di un amaro destino della sinistra italiana. Lo spiega bene Selvaggia Lucarelli sul Fatto: nel giorno della difesa dei diritti dei lavoratori e del lavoro, è un esponente dello star system, miliardario, a diventare leader e punto di riferimento.

Lo aveva scritto Federico Rampini tre anni fa, nel suo libro "La notte della sinistra": perso il contatto con il popolo, la sinistra è guidata da Hollywood e lascia le masse popolari alla destra di Trump. Rileggerlo oggi fa effetto: “Tra i guru «progressisti» vengono cooptate le star di Hollywood e gli influencer sui social media, purché pronuncino le filastrocche giuste sul cambiamento climatico o sugli immigrati. Non importa che abbiano conti in banca milionari, i media di sinistra venerano queste celebrity. Mentre trattano con disgusto quei bifolchi delle periferie che osano dubitare dei benefici promessi dal globalismo”.

La dirigente di RAI3 che discute al telefono con Fedez è stata anche portavoce di Veltroni ma Letta e Conte (l’ultimo a nominare l’attuale dirigenza) si schierano col cantante e chiedono svolte in RAI, preparandosi alla prossima tornata di nomine, da loro già lottizzate e che determineranno ancora. 

Enrico Letta ha un problema in più.  Sembra aver perso completamente l’equilibrio, dimostrato sui temi etici dai Prodi e persino dalle Bindi, in un passato recente, e sposa adesso in blocco, senza batter ciglio, il DDL Zan. Una legge che, sebbene proposta da un esponente del Pd, ha scatenato molti dubbi anche fra altri esponenti di sinistra e fra le femministe storiche. Impossibile che Letta non sia a conoscenza di questo dibattito ed è molto grave che non si sia ancora espresso su di esso

Selvaggia Lucarelli sul Fatto quotidiano scrive una riflessione non banale:

 «E fu così che nel giorno della festa dei lavoratori si finì per parlare solo di un cantante milionario che ha gridato alla censura col megafono offerto da chi l'avrebbe censurato (la Rai) e per niente dei lavoratori. Ed è finita, pure, che per attaccare la Lega, Fedez ha in realtà accusato di tentativo di censura la vicedirettrice di Rai 3 Ilaria Capitani, che è in quota Pd. E dunque Matteo Salvini ha potuto difendersi dicendo: "E mica ce l'ho messa io lì, chiedete al Pd". Nel frattempo, la Rai si è difesa dicendo che il video di Fedez era tagliato ad arte e in effetti, dalla telefonata integrale, si evince che i toni della Capitani non fossero esattamente quelli della censura, per cui sì, Fedez aveva tagliato il video che neanche Le iene nei loro giorni migliori. 

Mentre succedeva tutto questo, sui social era tutto un fioccare di tweet di politici che si rallegravano "Bravo Fedez!" dimenticando che alla lottizzazione della Rai partecipano pure i loro partiti, nessuno escluso. Intanto qualcuno faceva notare che da un po' tempo Fedez e la Ferragni si sono rivolti ad una società di consulenza che indica ai Ferragnez i temi che stanno a cuore alla generazione Z, dal veganesimo alla fluidità di genere, per cui lei è passata dal promuovere un'azienda di carni agli snack vegani, e lui dallo scrivere testi tipo "'Mi interessa che Tiziano Ferro abbia fatto outing. Ora so che ha mangiato più würstel che crauti.  Ciao sono Tiziano, non è che me lo ficchi?'" al diventare il paladino dei diritti Lgbt. 

Qualcuno ha fatto notare "chi se ne frega, l'importante è il risultato". Il che è anche vero. Se sostieni il ddl Zan e spieghi a qualche ragazzo giovane (che magari lo ignora) che cosa sia la lottizzazione della Rai, va comunque bene, pure se lo fai senza quella scintilla di verità che ci vuoi far credere. 

Infine, in questo putiferio, qualcuno ha fatto sommessamente notare che Fedez è testimonial Amazon con cui ha un contratto a parecchi zeri. E che sarebbe stato coraggioso, nel giorno della festa dei lavoratori, ricordare al suo principale datore di lavoro le condizioni disumane in cui lavorano i suoi dipendenti costretti a fare la pipì nelle bottiglie. Lì sì che l'impavido rapper avrebbe avuto qualcosa da perdere. Perché si sa, il giocatore si vede dal coraggio, e qui il coraggio è stato quello di tirare un rigore a porta vuota

Attendiamo quello in cui Fedez giocherà partite più difficili e magari a porte chiuse. Chissà se, senza tifo, la voglia di correre sarà la stessa».

 Tratto da "La versione di Banfi", del 3 maggio, rassegna stampa di tutti i giorni di Alessandro Banfi

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