martedì 11 maggio 2021

LO SCISMA

LEONARDO LUGARESI

I VESCOVI TEDESCHI
Se avverrà, lo scisma tedesco che alcuni prevedono, sarà un grande male. Uno scisma nella chiesa è sempre una cosa terribile perché non è semplicemente la rottura di una umana aggregazione, la separazione di un gruppo da un altro, la fine di una società: è la lacerazione del corpo di Cristo. L’unità della chiesa, infatti, non è opera delle nostre mani, ma un dono di Dio e di conseguenza una nostra responsabilità. Romperla significa disprezzare e rifiutare quel dono. Lo scisma, ogni scisma, sotto questo aspetto è dunque un’offesa a Dio, quali che siano le “buone ragioni” che può avere. Scisma non è una parola che si possa pronunciare a cuor leggero, e augurarselo è addirittura una bestemmia.

Tuttavia, se lo scisma tedesco non ci sarà, come altri pensano e come anche a mio modesto avviso è più probabile, sarà ancora peggio perché non significherà che la chiesa avrà recuperato l’unità della comunione di fede speranza e carità, ma piuttosto che si farà finta di niente. 

Gli ecclesiastici, i funzionari e gli impiegati stipendiati della chiesa in Germania (perché di costoro, in buona sostanza, si tratta: a questo pare infatti che si sia ridotta gran parte di quella chiesa, tanto ricca di soldi quanto povera di fedeli) andranno avanti per la loro strada, in pieno contrasto e plateale disprezzo della dottrina che la chiesa ha sempre affermato di avere ricevuto dal Signore, e il papa farà finta di niente. 

Ora, “far finta di niente” è una pratica che, entro certi limiti, si è sempre usata nella chiesa, talvolta perfino con buone ragioni. Stavolta però, se le cose andranno così, l’ambiguità e la dissimulazione saranno estese praticamente senza limiti, con la pratica licenza per tutti di continuare a dirsi cattolici credendo e facendo qualsiasi cosa. E questa sarà un’offesa a Dio forse ancor più grave dello scisma.

Spero di sbagliarmi. Quando c’è di mezzo la potenza di Dio, tertium datur (e magari anche quartum, quintum … chi lo sa, forse si può arrivare fino a settanta volte sette).

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