UN'ITALIA SENZA FIGLI È DESTINATA A SCOMPARIRE
Intervento
del Presidente Draghi agli Stati Generali della Natalità
Venerdì, 14 Maggio 2021
…..Questa è epoca di
grandi riflessioni collettive.
Perso l’ottimismo, spesso sconsiderato, dei primi dieci anni di questo secolo, è iniziato un periodo di riesame di ciò che siamo divenuti. E ci troviamo peggiori di ciò che pensavamo, ma più sinceri nel vedere le nostre fragilità, e più pronti ad ascoltare voci che prima erano marginali. Vediamo il danno che abbiamo fatto al pianeta, e vediamo il danno che abbiamo fatto a noi stessi.
La questione demografica, come quella climatica e
quella delle diseguaglianze, è essenziale per la nostra esistenza. In realtà, voler avere dei figli, voler
costruire una famiglia, sono da sempre desideri e decisioni fondamentali nelle
nostre vite. Nel senso che le orientano e le disegnano in modo irreversibile.
Ma la loro
essenzialità, cioè l’essenzialità di volere avere dei figli e di volere
costruire una famiglia, la loro essenzialità, non era percepita.
La dimensione etica
che questi desideri e queste decisioni comportano è fondante per tutte le società dove la famiglia è
importante – secondo molti, me incluso quindi per tutte le società.
Tuttavia, essa,
questa dimensione etica, veniva spesso negata o respinta.
Per molti anni si è pensato infatti che il desiderare o meno dei figli dipendesse dall’accettare con coraggio e umanità questa dimensione etica. O invece respingerla, negarla in favore dell’affermazione individuale. Ciò ha avuto conseguenze sociali divisive.
L’individualismo non e’ una vittoria
Si è guardato alle
donne che decidevano di avere figli come un fallimento, e all’individualismo
come una vittoria.
Oggi, con il superamento di importanti barriere
ideologiche, abbiamo capito che questa era una falsa distinzione che tra
l’altro non trova riscontro nei dati, come è stato appena detto dal Presidente
De Palo, e mostra uno studio recente del Fondo delle Nazioni Unite per la
Popolazione: le coppie vorrebbero avere più figli di quelli che effettivamente
hanno.
In Italia, questa
differenza è molto ampia. E’ stato detto che le coppie italiane vorrebbero
avere in media due figli, ma in realtà ne hanno 1,24.
Inoltre, se
riflettiamo bene, la consapevolezza dell’importanza di avere figli è un
prodotto del miglioramento della condizione della donna, e non antitetico alla
sua emancipazione.
Lo Stato deve dunque accompagnare questa nuova consapevolezza. Continuare ad investire nel miglioramento delle condizioni femminili. E mettere la società – donne e uomini – in grado di avere figli.
UN LAVORO CERTO, UNA CASA E UN SISTEMA DI WELFARE E SERVIZI PER L’INFANZIA.
Le ragioni per la
scarsa natalità sono in parte economiche.
Esiste infatti una relazione diretta tra il numero delle nascite e la crescita
economica. Tuttavia, anche nelle società che crescono più della nostra, la
natalità è in calo.
Questo indica come
il problema sia più profondo ed abbia a che fare con la mancanza di sicurezza e stabilità.
Per decidere di
avere figli, ho detto spesso che i giovani hanno bisogno di tre cose: di un lavoro certo, una casa e
un sistema di welfare e servizi per l’infanzia.
In Italia,
purtroppo, siamo indietro su tutti questi fronti.
I giovani fanno
fatica, molta fatica a trovare lavoro. Quando ci riescono, devono spesso
rassegnarsi alla precarietà, quindi non c’è sicurezza. Sono pochi e sempre meno
quelli che riescono ad acquistare una casa.
La spesa sociale per
le famiglie è molto più bassa che in altri Paesi come la Francia per esempio e
il Regno Unito.
Già prima della
crisi sanitaria, l’Italia soffriva di un preoccupante e perdurante declino di
natalità. Nell’anno della pandemia questo si è ulteriormente accentuato.
Nel 2020 sono nati
solo 404.000 bambini. È il numero più basso dall’Unità d’Italia e quasi il 30
per cento in meno rispetto a dieci anni fa.
Sempre nel 2020, la
differenza tra nascite e morti ha toccato un record negativo: 340.000 persone
in meno. Oggi metà degli italiani ha almeno 47 anni - l’età mediana più alta
d’Europa.
Un’Italia senza figli è un’Italia che non ha
posto per il futuro è un Italia che lentamente finisce di esistere.
Quindi per il
Governo questo è un impegno prioritario. Il Governo si sta impegnando come
sapete su molti fronti per aiutare le coppie e le giovani donne.
Al sostegno
economico diretto delle famiglie con figli è dedicato l’assegno unico universale…. Una svolta epocale, destinata a
permanere.
… Nel mio discorso
in Parlamento ho elencato le misure a favore di giovani, donne e famiglie,
presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Queste includono la
realizzazione di asili nido, scuole per l’infanzia, l’estensione del tempo
pieno e il potenziamento delle infrastrutture scolastiche. Un investimento
importante nelle politiche attive del lavoro, nelle competenze scientifiche e
nell’apprendistato.
Nel complesso,
queste misure ammontano a venti miliardi circa.
… Ho detto
all’inizio che siamo diventati più sinceri nelle nostre consapevolezze. Ma,
mentre usciamo da questa fase di importante riflessione, è importante che ci
siano decisioni.
Dobbiamo aiutare i
giovani a recuperare fiducia e determinazione. A tornare a credere nel loro
futuro, investendo in loro il nostro presente.
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