VESCOVI UE: L'ABORTO COME DIRITTO UMANO È UNA DERIVA ANTROPOLOGICA
EUROPA PER FORTUNA CHE C’È IL RESTO DEL MONDO
Ieri il Parlamento Europeo ha approvato
con 364 voti favorevoli, 154 contrari e 37 astensioni una risoluzione del
titolo “Minacce globali ai diritti
sull’aborto: la possibile revoca dei diritti all’aborto negli Stati Uniti da
parte della Corte Suprema”.
La risoluzione era stata presentata da Socialisti e Democratici, Verdi, Liberali di Renew Europe e Sinistra. Tra gli eurodeputati italiani hanno votato compattamente contro solo quelli di Fratelli d’Italia e di Forza Italia.
La stupefacente notizia, scarsamente o
per nulla ripresa dalla grande stampa, si presta ad osservazioni su diversi
piani. Li esamino ad uno ad uno, dai più formali ai più sostanziali..
In
primo luogo è un grave caso di quella che si potrebbe definire un’interferenza
preventiva negli affari interni di un altro Stato, e per di più di un grande Stato amico. Con tale
risoluzione il Parlamento Europeo dice la sua neanche su una legge vigente ma
su un dibattito politico in corso negli Usa. Vorremmo vedere come reagirebbe, e
in ogni caso come noi europei reagiremmo, se il Congresso degli Stati Uniti
votasse una risoluzione in cui ci si spiegasse che cosa dovremmo fare noi a proposito
di questo o di quello, e tanto più su un tema di tale importanza.
In secondo luogo dal testo della risoluzione si
capisce che i suoi autori non sanno quale sia il nocciolo della questione, che è diverso da come appare a chi si basi sulle
notizie inesatte che circolano al riguardo in Europa. Negli Stati Uniti la
legislazione tra l’altro sull’aborto è competenza non dell’Unione, di
Washington bensì degli Stati membri. La pratica legale dell’aborto divenne
possibile negli Usa, e fino alla nascita!, a seguito di una sentenza della
Corte Suprema del 1973. Adesso sembra che la Corte Suprema stia per decidere di
abrogare tale sentenza e restituire perciò agli Stati membri degli Usa quello
che è un loro potere costituzionale. Siccome però, aggiungo, la grande maggioranza
di essi conserva nella propria legislazione la legge contro l’aborto o intende
legiferare in tal senso, gli abortisti incondizionati (che sono in minoranza
negli Stati Uniti) protestano a priori contro l’eventualità di
tale restituzione. In altre parole protestano contro la Carta costituzionale
vigente.
Ciò detto, vengo alla sostanza della questione riprendendo tra l’altro alcuni argomenti di una dichiarazione dell’eurodeputato Massimiliano Salini, Forza Italia, uno di coloro che a Strasburgo hanno votato contro il documento.
Al suo paragrafo 24 l la risoluzione afferma’ l’esistenza di un diritto
universale all’aborto che dovrebbe essere riconosciuto come “diritto
fondamentale” dall’UE. Ebbene quale che sia il desiderio dei promotori
della risoluzione, la
pratica dell’aborto come un diritto, e ancor più come un diritto fondamentale,
non rientra tra i principi che stanno alla base dell’Unione Europea (e nemmeno,
osserviamo noi, dell’Onu), Né la si ritrova nella Dichiarazione universale dei
diritti dell’Uomo.
Gli Stati membri dell’Unione conservano
il diritto e la libertà di legiferare su questo tema, che invece la risoluzione
ignora, come pure ignora le competenze degli Stati membri in quanto
responsabili ultimi della salute dei loro cittadini.
Con
tale risoluzione l’Europarlamento preannuncia di non rispettare la possibile
decisione che la Corte Suprema degli Stati Uniti potrebbe adottare sull’aborto. Non è compito del Parlamento europeo ammonire
un Paese democratico come gli Stati Uniti sui valori che, secondo i nostri
parametri, dovrebbe rispettare o difendere.
E non solo. La risoluzione afferma
inoltre che:
– con l’approvazione di leggi più
restrittive su queste pratiche in alcuni Stati o con l’attesa sentenza della
Corte di Giustizia degli Stati Uniti, il risultato sarà più dannoso per il
“diritto all’aborto”. Senza dubbio, e proprio per questo motivo, si potrebbe
sostenere che questi cambiamenti saranno più vantaggiosi per il diritto alla
vita dei non nati.
– Ci ricorda che “la vita di donne e
ragazze in tutti gli Stati Uniti sarebbe influenzata da una decisione della
Corte Suprema”, oscurando proprio gli effetti benefici di una legislazione che
promuove il diritto alla vita per gli esseri umani non ancora nati, comprese le
non nate donne ossia circa la metà dei nascituri.
– Cita il caso delle madri adolescenti,
ma non fornisce alternative se non una maggiore permissività nell’accesso
all’aborto.
–
Critica il fatto che le ONG legate alla “destra cristiana” che sostengono il
diritto alla vita possano continuare a ottenere finanziamenti per svolgere
questo lavoro.
– Afferma che un accesso equo ai servizi
abortivi… “aumenta la capacità delle donne di migliorare il loro benessere
economico”.
Mentre si deve essere riconoscenti agli
eurodeputati che hanno votato contro questa risoluzione l’esito di questo voto merita di venire considerato con attenzione
poiché dà un’idea di quale sia oggi in Europa il pensiero dominante in materia
specie nelle classi dirigenti, e di quanto lavoro attenda gli europei che
difendono la vita. Frattanto si deve essere grati a quella larga
maggioranza di Paesi membri dell’Onu che ha finora impedito che l’aborto
venisse proclamato “diritto umano” o “diritto fondamentale”.
Aborto,
diritto umano? Sarebbe bello sapere che cosa al riguardo ne penserebbero tutti
e tutte coloro cui, in nome di tale preteso diritto umano, non è consentito di
venire al mondo.
10 giugno 2022
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