Davide Rondoni
I gay con la
divisa lo sono meno di quelli che sfileranno alla parata con le piume?
La notizia sarebbe comica se non svelasse una vena
buia della nostra società.
Al Pride di Bologna, gli organizzatori che godono dell’appoggio del Comune
e delle Istituzioni, oltre che di Amazon, Netflix, Coca-Cola & co, escludono dalla partecipazione
un’associazione Lgbt eccetera delle forze dell’ordine.
Noi siamo contro la polizia dicono i capi del Pride. Quindi ora l’aggettivo
gay vale meno di poliziotto? Che ciò
avvenga nella città che finge di festeggiare Pasolini mentre contraddice il suo
pensiero non è una coincidenza. Fu lui a creare scandalo quando ai
Sessantottini manifestanti disse che stava dalla parte dei poliziotti, figli
del popolo, e non, come ora, dei figli di papà finti rivoluzionari al servizio
di un capitalismo onnivoro.
Il fatto discriminatorio di Bologna, oltre a porre interrogativi alle
Istituzioni, conferma che nelle
ideologie c’è sempre il vizio di epurare.
E che questa fiera delle identità basate sugli
orientamenti sessuali è una risposta errata a una domanda aperta su cosa sia la
natura umana.
Se infatti qualifichiamo come identità la tendenza sessuale, come
l’appartenenza etnica o religiosa, finiremo, come si vede, a basare il rispetto
su tali aggettivi. E allora io come Romagnolo mi dovrei sentire escluso perché
nella Costituzione non c’è qualche parola nel mio dialetto? La filosofia gender così come il bieco
nazionalismo, sono risposte errate a un problema vero dell’uomo contemporaneo
che non sa più "che cosa" identifica la sua natura speciale. E
generano ansie, sopraffazioni.
Come sapevano Leopardi e
anche Pasolini la natura dell’uomo non è identificata da nessuno dei suoi
possibili aggettivi, ma solo dal suo essere rapporto con l’infinito, figlio
dell’Infinito. Solo questo motiva il rispetto per tutti. Se no, si va alla guerra
grottesca e feroce tra presunte identità.
IL RESTO DEL CARLINO 24/6/22
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