lunedì 8 agosto 2022

ELEZIONI 25 SETTEMBRE: UN'OCCASIONE PER L’ITALIA

STEFANO FONTANA

(…) Il quadro politico è confuso, non c’è dubbio. Ma solo fermandosi alle apparenze, solo seguendo la cronaca politica spicciola, solo prestando attenzione al gossip politico giornalistico. Se invece si fa uno sforzo di sintesi e si cerca di capire cosa ci sia veramente in ballo nelle prossime elezioni, quale sia la carta che possiamo giocare, se ci si tira fuori dal frastuono, allora si capisce che questo turno elettorale balneare può essere di importanza decisiva.

Con la caduta del governo Draghi non è caduto solo un governo ma un sistema politico che governa da molto tempo l’Italia e che continuerà a governarla in eterno se il 25 settembre non subirà un indebolimento, una chiara battuta d’arresto e se la sua sconfitta elettorale non permetterà di aprire nella sua proverbiale compattezza almeno delle fessure dove potersi inserire per disarticolarlo ancora di più e per far passare prospettive nuove.

Il sistema politico di cui sto parlando si fonda sulla compatta e coesa sinergia tra gli elementi di un vero e proprio “blocco storico”, frutto dell’incontro tra cultura gramsciana e modernismo liberale. Settori importanti della magistratura organica al partito; l’apparato degli intellettuali di regime; i rappresentanti dell’accademia e della scuola; l’associazionismo della società civile impegnato per i “nuovi diritti” o per l’ambientalismo esasperato e ideologico, o per l’immigrazionismo; il mondo dei grandi media nazionali che in fondo recitano tutti la medesima parte, nascondono quanto dovrebbe essere detto, censurano quanto di originale viene annunciato, forniscono, in collaborazione stretta con la informazione di Stato di Monica Maggioni, la narrazione ufficiale a cui tutti attenersi sulla pandemia, sulla guerra in Ucraina, sul pericolo rappresentato dalla CO2, su Draghi e il draghismo, sull’assalto dei trumpiani al Campidoglio di Washington, sulle sempre ottime decisioni della Von der Leyen, sulle giuste preoccupazioni nei confronti del governo Orban.

In un sistema tutte le sue parti agiscono in coerenza e in sincronia, senza nemmeno bisogno di un regista occulto, per una omogeneità culturale interna alle parti, come un unico partito che pensa con mille cervelli. Le azioni di una certa magistratura arrivano così ad orologeria – e stiamo tutti aspettando i prevedibili procedimenti che verranno aperti in piena campagna elettorale –, il governo Draghi ancora in carica gestisce le ultime cose da fare nel modo più conveniente per il sistema, i direttori dei grandi giornali ospiti della direttrice del TG1 insistono sulla opposizione tra responsabili e irresponsabili, gli intellettuali di regime inventano pericoli di neofascismo – il fascismo come male assoluto è l’asso nella manica che il sistema tira fuori ad ogni necessità –, l’associazionismo di base viene mobilitato nelle piazze e tutto sembra funzionare alla perfezione. Di questo sistema sembrano oggi fare parte anche i vertici della Chiesa cattolica. Il cardinale Zuppi e lo stesso Francesco hanno ampiamente lodato il presidente Draghi, approvandone implicitamente l’“agenda”. Sono prevedibili ulteriori interventi in campagna elettorale contro il “populismo demagogico” e il “sovranismo egoista”.

Il sistema è efficiente e inossidabile. Se continuerà a governarci, la possibilità di dissentire diminuirà ulteriormente, il connubio tra sistema cinese del controllo sociale e consenso democratico si assesterà ancora di più, come pure il neo-socialismo che sta prendendo tutto l’Occidente, la proprietà privata verrà ulteriormente indebolita, continueremo ad animare la guerra in Ucraina, avremo per legge il suicidio assistito e il progetto di legge Zan ci impedirà di parlare su tematiche sensibili, aumenterà la nostra dipendenza dalla corporazione che governa l’Europa, di popoli, nazioni e patrie dovremo dimenticarci.

Situazione apparentemente confusa ma in realtà molto chiara.

 

hptt/lanuovabq.it/it/elezioni-25-settembre-unoccasione-per-colpire-il-sistema

 

 

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