STEFANO FONTANA
(…) Il quadro politico è confuso, non c’è dubbio. Ma solo fermandosi alle apparenze, solo seguendo la cronaca politica spicciola, solo prestando attenzione al gossip politico giornalistico. Se invece si fa uno sforzo di sintesi e si cerca di capire cosa ci sia veramente in ballo nelle prossime elezioni, quale sia la carta che possiamo giocare, se ci si tira fuori dal frastuono, allora si capisce che questo turno elettorale balneare può essere di importanza decisiva.
Con la caduta del governo Draghi non è caduto solo un
governo ma un sistema politico che governa
da molto tempo l’Italia e che continuerà a governarla in eterno se il 25
settembre non subirà un indebolimento, una chiara battuta d’arresto e se la sua
sconfitta elettorale non permetterà di aprire nella sua proverbiale compattezza
almeno delle fessure dove potersi inserire per disarticolarlo ancora di più e
per far passare prospettive nuove.
Il sistema
politico di cui sto parlando si fonda sulla compatta e coesa sinergia tra gli elementi di un vero e proprio “blocco storico”, frutto
dell’incontro tra cultura gramsciana e modernismo liberale. Settori importanti della
magistratura organica al partito; l’apparato degli intellettuali di regime; i
rappresentanti dell’accademia e della scuola; l’associazionismo della società
civile impegnato per i “nuovi diritti” o per l’ambientalismo esasperato e
ideologico, o per l’immigrazionismo; il mondo dei grandi media nazionali
che in fondo recitano tutti la medesima parte, nascondono quanto dovrebbe
essere detto, censurano quanto di originale viene annunciato, forniscono, in
collaborazione stretta con la informazione di Stato di Monica Maggioni, la
narrazione ufficiale a cui tutti attenersi sulla pandemia, sulla guerra in
Ucraina, sul pericolo rappresentato dalla CO2, su Draghi e il draghismo,
sull’assalto dei trumpiani al Campidoglio di Washington, sulle sempre ottime
decisioni della Von der Leyen, sulle giuste preoccupazioni nei confronti del
governo Orban.
In un sistema
tutte le sue parti agiscono in coerenza e in sincronia, senza nemmeno bisogno di un regista occulto, per una omogeneità
culturale interna alle parti, come un unico partito che pensa con mille
cervelli. Le azioni di una certa magistratura arrivano così ad orologeria – e
stiamo tutti aspettando i prevedibili procedimenti che verranno aperti in piena
campagna elettorale –, il governo Draghi ancora in carica gestisce le ultime
cose da fare nel modo più conveniente per il sistema, i direttori dei grandi giornali
ospiti della direttrice del TG1 insistono sulla opposizione tra responsabili e
irresponsabili, gli intellettuali di regime inventano pericoli di neofascismo –
il fascismo come male assoluto è l’asso nella manica che il sistema tira fuori
ad ogni necessità –, l’associazionismo di base viene mobilitato nelle piazze
e tutto sembra funzionare alla perfezione. Di questo sistema sembrano oggi fare
parte anche i vertici della Chiesa cattolica. Il cardinale Zuppi e lo stesso
Francesco hanno ampiamente lodato il presidente Draghi, approvandone
implicitamente l’“agenda”. Sono prevedibili ulteriori interventi in campagna
elettorale contro il “populismo demagogico” e il “sovranismo egoista”.
Il sistema è
efficiente e inossidabile. Se continuerà
a governarci, la possibilità di dissentire diminuirà ulteriormente, il connubio
tra sistema cinese del controllo sociale e consenso democratico si assesterà
ancora di più, come pure il neo-socialismo che sta prendendo tutto
l’Occidente, la proprietà privata verrà ulteriormente indebolita, continueremo
ad animare la guerra in Ucraina, avremo per legge il suicidio assistito e il
progetto di legge Zan ci impedirà di parlare su tematiche sensibili, aumenterà
la nostra dipendenza dalla corporazione che governa l’Europa, di popoli,
nazioni e patrie dovremo dimenticarci.
Situazione
apparentemente confusa ma in realtà molto chiara.
hptt/lanuovabq.it/it/elezioni-25-settembre-unoccasione-per-colpire-il-sistema
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