lunedì 1 agosto 2022

LA GUERRA CONTINUA ED ORA SI APRE IL FRONTE INTERNO

LEONARDO LUGARESI 

Come ottanta anni fa, all’indomani della caduta di Mussolini, la cosa più importante nel comunicato di Badoglio fu la meno avvertita dagli italiani, così oggi, nel diluvio di opinioni e commenti intorno alla fine del governo Draghi e allo scioglimento delle camere, il fatto mostruoso e macroscopico della guerra viene rimosso.


«La guerra continua», anzi è diventata come un elemento strutturale del panorama di “emergenza permanente” in cui dobbiamo vivere. Sparita dai titoli, messi da parte i toni drammatici dei primi mesi, ormai non si parla più del suo andamento, delle sue prospettive, e soprattutto del modo per porvi fine. La guerra c’è, e basta. Come c’è il cambiamento climatico o un qualsiasi altro accidente “naturale” a cui gli uomini non possono sfuggire. «La guerra continua»: indefinitamente, come un fenomeno naturale. (…)

La guerra è anche il più urgente problema dell’Italia, perché è direttamente dalla guerra che dipendono molti dei mali di cui acutamente soffriamo in questo momento e ancor più soffriremo nel prossimo futuro. Una discussione seria su come il nostro paese possa contribuire alla fine della guerra dovrebbe perciò essere il principale argomento della campagna elettorale che si è appena ufficialmente aperta. Proprio come il 26 luglio del 1943 far cessare la guerra era la prima necessità degli italiani.

Purtroppo non sarà così: «la guerra continua» è infatti un dogma indiscutibile accettato praticamente da tutte le forze politiche ed essa entrerà sì nel dibattito elettorale (di solito del tutto refrattario agli affari esteri), ma nel modo più perverso ed esiziale possibile, cioè imponendogli la sua logica.

Quello che è successo negli ultimi giorni lo indica con sufficiente chiarezza: la crisi di governo, innescata stoltamente dai pentastellati, i quali però – essendo il nulla guidati da nessuno – politicamente risultano ormai del tutto irrilevanti, è stata gestita da Draghi in modo da concludersi esattamente come si è conclusa. Ignoro i motivi, ma mi sembrerebbe irrispettoso nei suoi confronti pensare che egli non prevedesse le conseguenze della sua condotta e non abbia voluto precisamente quell’esito che ha agevolato in ogni modo. Perché Draghi e Letta hanno deciso di andare alle elezioni adesso? Sempre per rispetto nei loro confronti, debbo presumere che l’abbiano fatto pensando che sia la scelta più conveniente dal loro punto di vista.

ELEZIONI ITALIANE 1948

Ciò che accadrà, per una volta è facilmente prevedibile, dato che si sta già verificando: una grande “chiamata alle armi” dei “buoni” contro i “cattivi”, per “salvare l’Italia” nel nome di Mario Draghi, eretto a icona del Bene contro il Male.

Due fronti: da una parte tutti i buoni, i responsabili, i ragionevoli, i civili, quelli che “devono” vincere perché altrimenti si fa “il salto nel buio” (e a chi si arruola, sarà perdonato ogni peccato) … dall’altra la feccia, che sarà stigmatizzata – ed è questa la funesta novità – non più solo come “sovranista”, “populista” e “fascista” (parole che anche chi le urla si rende conto che ormai vogliono dire ben poco), ma soprattutto come “putinista”. Putiniani, putinisti e puttinieri: la reductio ad Putinum prende così il posto dell’ormai obsoleta reductio ad Hitlerum come martello per schiacciare ogni obiezione, accantonare ogni argomento, troncare ogni dibattito.

 In definitiva, per abolire la democrazia, che si fonda innanzitutto sulla legittimazione di tutti gli attori politici, avversari compresi. “C’è la guerra!”, e in guerra chi non è d’accordo con me è un traditore.

Non ho idea di quale potrà essere il risultato delle elezioni (e se l’avessi non sarebbe da tenere in alcun conto perché ho sempre sbagliato tutti i pronostici, dal 1976 in qua): credo che gli italiani accendano molte meno candeline davanti all’icona di Mario Draghi di quante pensano lorsignori, però sono anche convinto che la paura del “salto nel buio” sia sempre stato un argomento molto forte per il nostro elettorato. (Per quel nulla che vale, io ho sempre sospettato che anche il 2 giugno del 1946 il nostro buon popolo, sempre per via di quella storia del “salto nel buio”, si sarebbe acconciato a tenersi perfino quei puzzoni dei Savoia, nonostante tutte le loro malefatte, e che ci sia voluta una manina – in quel caso del tutto giustificata, a mio modesto avviso – per far uscire dalle urne la repubblica. Non per nulla il guardasigilli Togliatti, che non era certo uno sprovveduto, diede ordine di distruggere immediatamente le schede elettorali).

In ogni caso, comunque andranno le elezioni, da una campagna elettorale impostata come una “guerra civile incruenta” non potrà venire niente di buono per l’Italia. E per oggi con le buone notizie abbiamo terminato.

https://leonardolugaresi.wordpress.com/2022/07/22/la-guerra-continua-e-ora-si-apre-il-fronte-interno/

 

Nessun commento:

Posta un commento