venerdì 6 gennaio 2023

QUANDO BENEDETTO HA DESCRITTO IL PARADISO

 
Uscendo dal linguaggio specialistico, ecco come Benedetto XVI vede il Paradiso.

Una cosa da bambini, la vita eterna non è una ripetizione senza fine, ma la sorpresa quotidiana dell'amore.

Lo ha detto il 2 giugno del 2012, a Bresso (Milano), accanto al cardinal Angelo Scola, per il raduno intitolato “Il Papa in festa con le famiglie del mondo”. Erano i giorni in cui stava decidendo di rinunciare al Pontificato, in pieno Vatileaks. Sul Falcon della presidenza del Consiglio i pochi che viaggiarono da Roma con lui lo videro immerso in una tristezza abissale. Ma ecco ci fu questo incontro e gli si squarciò il cielo.

La Verna, Basilica, tempietto di sinistra
"Annunciazione", Andrea della Robbia, 1475.
Particolare sul volto dell'Arcangelo Gabriele.

Cat Tien: «Ciao, Papa. Sono Cat Tien, vengo dal Vietnam. Ho sette anni.. Mi piacerebbe tanto sapere qualcosa della tua famiglia e di quando eri piccolo come me. ..».

Benedetto XVI:«Grazie, carissima hai chiesto come sono i ricordi della mia famiglia. Il punto essenziale era la domenica, cominciava già il sabato pomeriggio. Il padre ci diceva le letture della domenica. Entriamo così nella liturgia in una atmosfera di gioia. Io sono di casa vicino a Salisburgo, quindi abbiamo avuto molta musica - Mozart, Schubert, e Haydn - e quando cominciava il Kyrie era come se si aprisse il cielo. Quindi a casa era importante il grande pranzo insieme. E poi abbiamo cantato molto: in latino tutta la famiglia cantava. ll papà suonava la cetra e cantava; sono momenti indimenticabili. Eravamo vicino ad un bosco e cosi camminare nei boschi era una cosa molto bella: avventure, giochi eccetera In una parola, eravamo un cuore e un’anima sola, anche in tempi rnolto difficili, perché era il tempo della guerra, prima della dittatura, poi della povertà.

Ma questo amore reciproco che c'era tra di noi, questa gioia anche per cose semplici era forte e così si potevano superare e sopportare anche queste cose. Mi sembra che questo  fosse molto importante: che anche cose piccole hanno dato gioia, perché cosi si esprimeva il cuore dell’altro. E così siamo cresciuti nella certezza che è buono essere un uomo, perche vedevamo che la bontà Di Dio si rifletteva nei genitori e nei fratelli

E, per dire la verità, se cerco di immaginare un po' come sarà in Paradiso mi sembra sempre il tempo della mia giovinezza, della mia infanzia.

Così in questo contesto di fiducia di gioia e di amore eravamo felici e io penso che in Paradiso dovrebbe essere  simile a come era nella mia gioventù. In questo senso spero di andate"a casa", andando verso l' "altra parte del mondo"».

Una confessione tenera e universale che parte dal cuore e arriva al cuore, un Paradiso intravisto in terra, nell’infanzia con suo padre e sua madre.

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