DAVIDE PROSPERI:«La cenere dei nostri sogni è investita dall’unico
ideale che regge l’urto del male e del tempo: Dio stesso ci è venuto incontro».LISBONA agosto 2023
Giornata Mondiale della gioventù
Caro direttore, ho avuto recentemente un dialogo con
alcuni studenti universitari e la prima domanda che mi hanno posto è stata:
«Come si fa a vivere un rapporto affettivo, visto che tutti siamo meschini e
traditori?». I giovani si
sentono caricati della responsabilità del futuro della società, specialmente
quando finiscono al centro di eventi drammatici come quelli a cui abbiamo
assistito quest’anno: il terribile attacco del 7 ottobre, le guerre che non si placano, brutali
gesti di violenza commessi nel nome di un falso amore che è in realtà
sopraffazione. Tante le analisi: i giovani fanno fatica a comprendere il mondo
intorno a loro, sono più fragili e in difficoltà nel capire cosa vogliono e chi
vogliono essere, preferiscono vivere nel virtuale piuttosto che nel reale, e
via così. Non giudico il merito di queste interpretazioni, ma ho l’impressione
che quasi sempre si guardi alle cause contingenti o alle conseguenze del
disagio. È raro che ci si interessi della sua origine.
Don Giussani trent’anni fa diceva ad alcuni giovani: «È menzogna dire alla
tua ragazza: “Ti voglio bene”, se non desideri che si affermi il destino della
tua ragazza». Cosa significa voler bene
all’altro «per il suo destino»? Tutti desiderano «voler bene», è nella nostra
natura il desiderio di felicità per sé e per chi si ha accanto. Eppure, spesso
vince la delusione o la paura di non riuscire a sostenere tale desiderio. Così,
nel migliore dei casi, ci si accontenta di ciò che ognuno è in grado di offrire
per rendere la vita meno amara. Ma spesso ciò finisce per trasformarsi in
volontà di possesso dell’altro e quindi in violenza. «Non esiste nessun ideale per il quale possiamo sacrificarci, perché di
tutti conosciamo la menzogna, noi che non sappiamo che cos’è la verità».
Questi versi di André Malraux offrono un punto di fuga da questo corto
circuito. Ciò che più sembra mancare oggi è un ideale grande per cui spendere
la vita. Non si spiegherebbe, altrimenti, il timore di tante coppie di avere
dei figli.
Ma quando
un ideale è vero? Quando si trasforma invece in sogno e ideologia? Ha ragione Malraux quando dice che non sappiamo cos’è
la verità, oppure il desiderio profondo, autentico di bene che c’è nel cuore di
tutti è il segno che una verità esiste e la realtà non è un inganno o un gioco di
interpretazioni? Educare i giovani a una posizione di attesa, di apertura
positiva verso sé stessi e la realtà credo sia il primo passo per metterli
nelle condizioni di cogliere quei segnali concreti che mostrano che non è tutto
un’illusione. Certo, mi rendo conto ˗ parlo come padre, insegnante universitario e
responsabile di una realtà che raduna tanti giovani ˗ che per essere credibili dobbiamo innanzitutto
tenere noi adulti questa posizione: cosa può attendere un ragazzo se suo padre
o sua madre, o i suoi professori, vivono senza attendere nulla per sé?
Nel periodo del Natale questa attesa si fa
palpabile. Duemila anni fa i pastori a Betlemme, e con loro
l’umanità intera, attendevano un cambiamento al quale non sapevano dare un
nome. Ed è proprio a questa attesa che l’annuncio del Natale anche oggi
risponde: «Il destino da cui nasco e a cui
sono finalizzato, il mio principio e la mia fine è diventato Uno fra noi (…)
Cristo è Colui senza del quale l’uomo e la realtà tutta intera scompaiono e
rimane l’urto breve dell’istante - piacere o dolore - che il tempo incenerisce»
(don Giussani). La cenere dei nostri sogni è investita dall’unico ideale che
regge l’urto del male e del tempo: Dio stesso ci è venuto incontro. Il destino
non è più il miraggio inaccessibile della realizzazione dei nostri sogni,
volubili e precari. Il
destino si è fatto compagno di cammino, in un’amicizia dove possiamo sempre
verificare se la strada è vera ed è per noi. In tal senso le parole del
Papa alla scorsa Giornata Mondiale della Gioventù rilanciano un orizzonte
ideale su cui vale davvero la pena scommettere: «A voi, giovani, che coltivate
sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati (…) Gesù
dice: Non temete!».
Lettera di Davide Prosperi al
Corriere della Sera 24.12.2023
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