domenica 7 aprile 2013

CUSTODIRE LA CREAZIONE


foto di G. Marini
 (…) Nel suo discorso di inizio pontificato Papa Francesco riprende, in sintesi, gli insegnamenti dei pontefici precedenti, ponendosi sulla stessa lunghezza d’onda. Un primo elemento di piena continuità con il magistero precedente è che prendersi cura del creato non vuol dire solo prendersi cura dell’ambiente naturale o fisico, ma prima di tutto e soprattutto dell’uomo. I riferimenti sono espliciti: «È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili», significa aver cura della famiglia. Un secondo elemento è che la custodia del creato riguarda non solo gli atteggiamenti individuali ma anche la costruzione comunitaria della polis: «vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale …: siano custodi della creazione». Un terzo elemento è che la natura è più propriamente detta “il creato” e senza considerarla tale, ossia dono di Dio, - «Siate custodi dei doni di Dio!» - si finisce per non rispettarla. Un ultimo elemento è che tutto si gioca nel cuore dell’uomo e solo dopo nelle strutture. Inutile voler custodire il creato se prima non custodiamo noi stessi, nella pienezza spirituale di questo termine. La custodia del creato «chiede bontà».

Come era già successo per gli insegnamenti dei pontefici precedenti, anche Papa Francesco parla di custodia del creato in modo molto diverso da come ne parlano i giornali o i movimenti ecologisti, o le Ong attive a livello internazionale. Anche nella custodia del creato, in fondo, la Chiesa deve «confessare Cristo», senza di cui essa assomiglierebbe ad una Ong, come il Santo Padre disse alla messa con i Cardinali nella Cappella Sistina il 14 marzo 2013. Ed infatti egli non dice solo di costruire il creato, ma precisa: «Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!».
In questi brevi cenni del Santo Padre sulla custodia del creato è contenuto, come dicevo, l’ABC della Dottrina sociale della Chiesa. La rivelazione cristiana contiene un messaggio di salvezza in quanto proclama che Cristo è il Salvatore. Però contiene anche un messaggio per la costruzione della convivenza sociale vista nel progetto di Dio creatore.

Custodire il creato vuol dire anche costruire una società secondo il progetto di Dio, ossia mettere in atto la Dottrina sociale della Chiesa. L’aggancio tra fede e ragione, tra grazia e natura è dato proprio dalla creazione (oltre che, poi, dalla caduta originale), senza della quale la religione cristiana non avrebbe titolo ad un ruolo pubblico. La Dottrina sociale della Chiesa cerca di ri-costruire la natura secondo il piano di Dio.
Questa “centralità di Dio”, su cui Benedetto XVI ci aveva insegnato tanto, verticalizza la custodia del creato e lo stesso utilizzo della Dottrina sociale della Chiesa. Nell’omelia di Papa Francesco del 19 marzo questo è molto evidente, quando dice che «Dio non desidera una casa costruita dall’uomo, ma desidera la fedeltà alla sua Parola, al suo disegno».

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