giovedì 11 aprile 2013

MA CHE BEL MODELLO


Ignazio Marino candidato Pd

Le ideologie astratte di un piccolo Zapatero

Liberalizzazione droghe, registri delle coppie di fatto, testamento biologico. Sono queste le priorità per la capitale? De Palo: «Roba dal valore legale nullo, ma dal costo sociale pesantissimo»

Ignazio Marino ha vinto le primarie del Pd per la corsa a sindaco di Roma. Come riporta oggi Avvenire, tale vittoria ha messo in allarme il mondo dell’associazionismo di base, in particolare quello cattolico. Le posizioni di Marino, infatti, sebbene egli si dichiari “cattolico”, promuove politiche in aperto contrasto col magistero. Lo rileva, tra gli altri e meglio di altri, anche Gigi De Palo, assessore alla famiglia, educazione e giovani che al quotidiano dice: «Roma ha bisogno di un padre di famiglia, di un amministratore che si occupi delle buche, delle case, delle giovani coppie, dei servizi sociali… E invece il Pd mette in campo Ignazio Marino, emblema di una politica distante anni luce dai problemi reali, legata a ideologie astratte». E per capire meglio quali siano queste ideologie sbagliate, De Palo elenca le priorità che Marino ha messo nella sua agenda: «Liberalizzazione delle droghe leggere, registri delle coppie di fatto, testamento biologico… Roba dal valore legale nullo, ma dal costo sociale pesantissimo. Con l’aggravante di invertire le priorità della città e di mandare al macero quello che abbiamo costruito in questi anni». Anni in cui, argomenta l’assessore, «siamo riusciti a portare a Roma il quoziente familiare, un quadro organico di politiche familiari e un sistema di asili nido aperto e di alta qualità. Temo che saranno sacrificate sull’altare dell’agenda-Marino».

DERIVA ZAPATERO. L’ostilità di De Palo – a capo della lista civica Cittadini x Roma – a Marino non è tacciabile di “pregiudizio politico”, ma ha la sua radice in una diversa impostazione antropologica, come lo stesso illustra all’intervistatore: «Io non avevo votato Alemanno. E ho accettato il mandato nella misura in cui avrei potuto svolgerlo in modo coerente con i miei valori cristiani e con i principi della Dottrina sociale della Chiesa, sussidiarietà in primis… Per me con Marino non nasce un problema politico, ma antropologico. È il tentativo di imporre, di trapiantare a Roma una nuova anima lontana da quella popolare che la caratterizza nel mondo».
«Parla quasi da elettore del Pd deluso…», chiosa la giornalista e De Palo conferma: «Non si sbaglia. La nostra lista civica al suo interno ha anche simpatizzanti di centrosinistra delusi. Penso sia nell’interesse del Paese che il Pd ponga rimedio a questa deriva su posizioni radicali e laiciste. Io vorrei chiedere a Marino e Bersani: ma cos’è cambiato in Spagna dopo gli anni di Zapatero? Le leggi sui cosiddetti “diritti civili” hanno fermato la crisi? Qui – lo ricordo a tutti – siamo in un Paese a crescita-zero da venti anni, con un peso fiscale insopportabile».

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