Manifesto a favore del sistema pubblico integrato bolognese della scuola
dell’infanzia
- L’educazione
e la formazione della persona, dall'infanzia e lungo tutto l’arco della
vita, sono l’investimento più significativo per il futuro, specialmente in
un tempo connotato da radicali cambiamenti sociali ed economici.
- La
comunità bolognese ha sempre riconosciuto nell’educazione uno dei fattori
fondamentali per lo sviluppo umano integrale. Per questo le politiche per
la scuola, per l’educazione dei bambini e delle bambine e per il sostegno
alle famiglie, hanno sempre visto l’impegno e il coinvolgimento della
città nelle sue varie articolazioni.
- Dal 1994 è
attivo a Bologna un sistema unitario e pubblico di scuole dell’Infanzia
gestite da diversi soggetti (il Comune di Bologna, lo Stato ed enti non
profit). Grazie alla collaborazione fattiva tra questi soggetti, la scuola
dell’infanzia bolognese ha garantito livelli invidiabili di qualità e di equità
ai bambini, alle bambine e alle loro famiglie.
- Dal 1995,
attraverso la legge regionale 52, l'Emilia-Romagna ha riconosciuto il sistema
integrato delle scuole per l'infanzia, sostenendone ininterrottamente,
fino ad oggi, la sua qualificazione e diffusione territoriale.
- La legge
62/2000 (la c. d. legge Berlinguer) ha sancito che il “sistema nazionale
di istruzione” è costituito sia da scuole statali sia da scuole paritarie.
Queste ultime includono le scuole degli enti locali e degli enti privati
non profit. La legge riconosce espressamente che tutte le scuole
del sistema nazionale di istruzione svolgono un servizio pubblico.
- La
collaborazione consolidatasi in circa 20 anni a Bologna tra scuole
comunali, statali e paritarie a gestione privata rappresenta una
significativa applicazione del principio di sussidiarietà, così come
sancito nell’art. 118 della Costituzione.
- La
presenza di una pluralità di gestori di scuole, che insieme formano il “sistema
pubblico delle scuole dell’infanzia bolognesi”, è sicuramente una grande
risorsa per la città, oltre che espressione alta del principio di laicità.
- Con il
referendum comunale, i promotori del “Nuovo Comitato Articolo 33“ negano di
fatto la peculiarità del nostro “sistema scolastico pubblico”,
spingendo il Comune ad abbandonare l’esperienza consolidatasi negli ultimi
vent'anni. Ciò lede il principio costituzionale della libertà di scelta in
materia educativa da parte dei genitori, ma soprattutto pone a repentaglio
la possibilità di assicurare a molti bambini la frequenza della scuola
dell’Infanzia e le grandi opportunità formative che la connotano.
- Infatti,
con le risorse attualmente destinate alle scuole dell’infanzia paritarie a
gestione privata (un milione di euro all’anno), il Comune potrebbe
garantire nelle scuole gestite direttamente meno del 10% del numero di
posti convenzionati. Si tratterebbe cioè di 145 posti (dato che il costo
per bambino nelle scuole comunali è di 6.900 euro all’anno), contro i 1.736
posti assicurati dalle paritarie convenzionate.
- L’alleanza
strategica a Bologna tra istituzioni pubbliche e società civile
organizzata è una conquista di civiltà e un punto di forza cui non si può
rinunciare, se si vuole che il sistema di welfare – di cui la scuola
dell’Infanzia è pilastro di primaria rilevanza – continui a restare di
tipo universalistico, ma anche di qualità crescente.
I sottoscrittori del presente Manifesto, mentre ribadiscono la loro
convinta scelta a favore del sistema scolastico pubblico, invitano tutti coloro
che hanno sinceramente a cuore la difesa del nostro bene comune ad aderire
all’iniziativa sottoscrivendo il presente Manifesto collegandosi al sito www.referendumbologna.it
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