sabato 7 maggio 2011
IL COMPAGNO PRESIDENTE
Quasi vent’anni dopo un altro Presidente non ci sta.
Dopo il livoroso e ampolloso premio Oscar dell’opportunismo, adesso anche chi chiamò teppisti e spregevoli provocatori gli studenti e operai ungheresi insorti , arrivando a giustificare l’ intervento sovietico come un contributo alla pace nel mondo, vuole farci la morale e dare il suo decisivo contributo al caos istituzionale suggerendo che forse il governo Berlusconi, con nove sottosegretari in più, è illegittimo.
Non ebbe il coraggio di opporsi, allora, all’ invasione d’Ungheria , e oggi non ha il coraggio di opporsi al gran ballo organizzato da Repubblica e dalla procura di Milano.
Oggi il compagno Presidente, anziano ammiratore di Stalin, schierato con l’opposizione, e sfortunatamente eletto dal Parlamento (ma non dal popolo), ritiene di poter dire ciò che vuole, protetto dalla carica che ricopre e dalla viltà generale, e si atteggia a sofferto uomo di Stato e ci dice continuamente che l’opinione pubblica è turbata.
Strano paese il nostro, dove gli onori vanno ai membri di quel comunismo che per anni ha minacciato la nostra libertà. Avendo sbagliato tutti i giudizi storici e politici, ma essendo sempre stato un rispettoso gregario, il compagno comunista, addirittura eletto Presidente, adesso si esibisce in continue interferenze e in sermoni moraleggianti da Padre della Patria.
È ora di dirgli: no, grazie, noi abbiamo altri Padri.
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