venerdì 27 maggio 2011

TARQUINIO COSA RISPONDE?


Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, di solito secco e preciso,  risponde a due lettere sulla campagna elettorale a Milano di opposte tendenze, ma alla fine non fa capire un indirizzo chiaro. e così si avanti senza avere una priorità nelle indicazioni, nonostante Benedetto XVI le ripeta ogni giorno.



"Le lettere di questi due amici lettori la dicono lunga sulla complessità della sfida che sta davanti agli elettori milanesi. Una sfida che i toni assunti dalla campagna per Palazzo Marino e taluni personaggi che ne sono protagonisti rendono dura e spigolosa per le coscienze di tutti i cittadini e di tanti cattolici impegnati a vivere seriamente la fede in Gesù Cristo e i chiari valori di riferimento del nostro umanesimo.

Tanto per esser chiari: lo scontato abbraccio di Emma Bonino a Giuliano Pisapia e il trionfante preannuncio del ruolo che i radicali intendono giocare, sfruttando alcuni rischiosi capitoli del programma del candidato di centrosinistra, nel nuovo Consiglio comunale di Milano alimentano in me come in tanti elettori milanesi gravissime e più che fondate preoccupazioni.

Ma poiché i mal di pancia in questa campagna non vengono mai da soli e per una sola causa, devo dire che ieri mi lasciato letteralmente senza fiato l’editoriale con il quale il direttore del Giornale , ha pensato di tirare la volata al sindaco uscente di centrodestra Letizia Moratti menando fendenti ingiusti e scriteriati contro l’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi.

Una cantonata gigantesca, dal punto di vista morale e sul piano politico. Parlo di morale, perché non si possono mistificare le parole di un pastore come il cardinal Tettamanzi e, pur di accreditare suoi presunti silenzi od omissioni – in questo caso sui temi della vita e della famiglia, della lotta alla droga e, udite udite!, dell’«ateismo» –, non si dovrebbe neanche tentare di capovolgerne il limpido magistero e d’ignorarne l’azione pastorale e le inziative di solidarietà. Come quel Fondo Famiglia e Lavoro che, in questo tempo di crisi, ha risvegliato e mobilitato la «Milano col cuore in mano» e incalzato esemplarmente le istituzioni civili, pubbliche e private.

Sul piano politico l’autogol è altrettanto evidente. Se c’è – e infatti è emerso – un problema di rapporto tra settori rilevanti del centrodestra milanese e lombardo e parti importanti e sensibili del mondo cattolico, qualcuno si illude davvero di risolverlo attaccando a testa bassa l’arcivescovo Tettamanzi e vibrando, per sovrappiù, come ha fatto appunto il Giornale,stilettate contro il cattolico governatore lombardo di centrodestra Roberto Formigoni? Un antichissimo proverbio, per nulla cristiano, avverte che le divinità accecano o rendono folli «coloro che vogliono perdere». Verrebbe, quasi, da aggiungere una riga: accecati e insensati sono anche i polemisti incendiari che «vogliono far perdere» quelli che dichiarano amici...

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