C’è chi sostiene che è lì che Julián Carrón,
il prete spagnolo che ha le redini del movimento fondato da don Luigi Giussani,
sta portando Cl. (…)
Un mutamento di rotta che porterebbe CL
verso i lidi un tempo “maledetti” della cosiddetta scelta religiosa. Una scelta
che portò negli anni Sessanta i cattolici ad abbandonare il collateralismo
politico con il partito della Dc nel nome di un libero impegno dei laici e
anche, di fatto, nel nome di una fuga dei cattolici nelle sagrestie che Cl non
ha mai amato. (Una fuga che ha contribuito in modo determinante alla
scristianizzazione dell’Italia. nota del Blog)
C’è chi dice che nei prossimi mesi Carrón
sia pronto a ufficializzare il passo indietro. E’ così? Giancarlo Cesana,
leader storico di Cl e già capo del defunto Movimento popolare, dice di “no”. (…)
Già, eppure la base non pare tranquilla.
Da oltre tre mesi Antonio Simone è
in carcere senza ancora una condanna. Gli organi ufficiali di Cl non ne
parlano, seppure Simone non sia uno qualunque. Con Formigoni salì nel 1973 sul
palco del Palalido di Milano per aprire la strada al Movimento popolare e fa
parte del gruppo di responsabili di Cl della Lombardia.
Non parlarne, far finta che in qualche
modo non esista, non è un arretramento? Risponde per tutti un vescovo nato e
cresciuto in Cl, Luigi Negri. Dice:
“Non so cosa significhi esattamente non parlarne. Io ne parlo. Tanto che gli ho
scritto una lettera pubblicata su Tempi in cui, poche ore dopo che aveva
ventilato l’ipotesi del suicidio, gli ho detto testuale di stare dalla sua
parte, che ‘le vicende possono essere complesse, contraddittorie, e si possono
manifestare attorno a noi atteggiamenti ingiustificabili, ma sappi che, nel
profondo di ogni fatica e di ogni ingiustizia, c’è un appello personale di Gesù
Cristo ad amarlo e a seguirlo incondizionatamente’”.
Parole accorate che hanno sollevato un
popolo: più di 4 mila persone hanno
firmato la lettera, un atteggiamento in qualche modo diverso da quello più
prudente della leadership ciellina. Sul tema è intervenuto anche l’ex
presidente della regione Piero Bassetti (ha sostenuto Pisapia alle recenti
amministrative) che ha difeso anche Formigoni dando dello “stronzo” a chi ne
chiede le dimissioni.
Sostegni non secondari che probabilmente
sono serviti anche a convincere gli organizzatori del Meeting di fine agosto a
non avere paura e cioè a invitare Formigoni “nonostante tutto”.
Comunque sia, che si tratti di semplice
prudenza o più propriamente di una scelta verso
un arretramento dalle battaglie di sempre, un dato certo c’è: il dibattito interno è accorato. E la
chiusura avvenuta in queste ore della rivista 30Giorni – mai riconosciuta come
ufficiale da Cl seppure condotta da diversi ciellini vicini a Giulio Androtti,
il principe della commistione tra fede e politica – altro non suona se non come
un segno dei tempi.
Nessun commento:
Posta un commento