Chi tace, chi si ritrae, chi teorizza una posizione che non ha più bisogno
di “opporsi” per “porsi”
La comune tradizione cristiana ha sempre
chiesto di agire con fermezza per difendere ciò che è proprio dell’uomo, e le
parole illuminanti di Papa Francesco al Regina Coeli della Pentecoste non danno
adito ad alcun equivoco: «La Chiesa di Pentecoste è una Chiesa che non si
rassegna ad essere innocua, troppo “distillata”. No, non si rassegna a
questo! Non vuole essere un elemento decorativo. È una Chiesa che non esita ad
uscire fuori, incontro alla gente, per annunciare il messaggio che le è stato
affidato, anche se quel messaggio disturba o inquieta le coscienze, anche se
quel messaggio porta, forse, problemi e anche, a volte, ci porta al martirio».
Duccio di Boninsegna, La Pentecoste |
Tra poco festeggeremo San Tommaso Moro, che San Giovanni Paolo II ha indicato come patrono dei politici. È stato il martire della coscienza e della difesa della Chiesa.
Vorrei essere sempre e solo all’altezza della sua testimonianza. Non ho altro intendimento.
Per grazia c’è Papa Francesco (e mi riferisco al Papa Francesco della Chiesa, non certo a quello dei media!) che non cessa di ricordarci le linee fondamentali della Dottrina sociale cristiana. Se il suo stile è diverso da quello dei suoi predecessori (ma quando mai è lo stile a denotare i contenuti della dottrina?) non lo sono i contenuti, così spesso invisi ai commentatori, vicini e lontani. E voglio ricordare che non ci rassegneremo mai ad essere «innocui», «distillati».
Ecco perché ci
spiace quando leggiamo personalità autorevoli della Chiesa che dicono che
bisogna «chiedere scusa ai non credenti perché tante volte il modo in cui
viviamo la nostra esperienza religiosa ignora completamente le sensibilità dei
non credenti, per cui facciamo e diciamo cose che molto spesso non li
raggiungono, anzi li infastidiscono».
Quello che sta accadendo nel mondo, da un lato mostra che c’è una posizione che sta toccando i cuori degli «uomini di buona volontà», al punto che si muovono e che sta rinascendo un popolo, il popolo dei «liberi e forti» che non si rassegna, che prende iniziativa, che sa riconoscere i compagni di viaggio, un popolo che è movimento (e mi commuove profondamente il Papa che incontra la responsabile della «Manif pour tous» di Francia e che promette una lettera); d’altra parte è evidente l’opera del diavolo che vuole distruggere la famiglia, e che ha tanti collaboratori (anche chi tace, si ritrae, oppure teorizza una posizione che non ha più bisogno di “opporsi” per “porsi” si mette dalla sua parte).
Grazie, allora, Santità, per queste parole della Pentecoste: sono proprio il soffio dello Spirito che guida la nostra Chiesa e ci suggerisce l’esperienza della libertà.
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