Stefano Fontana, lanuovabq
Rivediamo scene di un film già visto. Certe cose le fanno fare sempre ai
cattolici. Renzi è stato accreditato come cattolico e in continuità con la
Dottrina sociale della Chiesa da Avvenire, dal sociologo Garelli
sul SIR e da Ernesto Galli della Loggia sul Corriere.
Ed ora il cattolico boy scout prepara una legge sul matrimonio gay.
Le cose sporche le fanno sempre fare ad un “cattolico” per farle sembrare
pulite. L’accelerazione sul
gender non è avvenuta durante il governo del cattolico Monti? Investito a Todi
1 di grande credito dal mondo cattolico mentre cattolici irreprensibili
entravano nelle file della sua Lista Civica? E non è stato forse il cattolico
Letta a finanziare l’educazione al superamento degli stereotipi di genere nelle
scuole? Quando la sinistra è andata al potere non lo ha fatto col cattolico
Prodi? Ora tocca al cattolico Renzi.
Per capire il motivo profondo di questo apparentemente strano fenomeno bisogna tornare un po’ indietro
col discorso.
Antonio Gramsci sosteneva che il
movimento cattolico si sarebbe suicidato. I cattolici, infatti – sosteneva il filosofo marxista – si erano
impegnati per togliere dall’arretratezza le masse contadine e inserirle nella
civiltà, ma così facendo le avrebbero consegnate alla modernità e al comunismo
che della modernità – sosteneva – rappresentava la maturità. Impegnandosi
dapprima nell’economia e nella società e quindi nella politica i cattolici
avrebbero lavorato per il comunismo, facendo transitare le masse italiane verso
la completa accettazione del progresso moderno, della democrazia
individualista, dell’ateismo. Il fatto che, in molti casi della storia
italiana, anche la più recente, ci siamo trovati di fronte a cattolici che hanno fatto la mosca
cocchiera della modernizzazione socialista, va ricondotto a questa aihmé
corretta previsione di Gramsci: il
suicidio dei cattolici.
Solo che in seguito di suicidi ce n’è stato un altro, quello del comunismo. Gramsci aveva ragione nel
prevedere il suicidio dei cattolici, ma anche Augusto Del Noce aveva ragione nel prevedere il suicidio del
comunismo gramsciano. Dismettendo l’utopia rivoluzionaria, il comunismo ha
smesso di essere una “nuova e integrale civiltà” – come diceva Gramci – ed è
diventato un fenomeno borghese, tipico della maturità della modernità, ovvero
della modernità della decadenza. Esso ha
devalorizzato i residui valori ancora presenti nelle masse italiane e le ha
completamente secolarizzate, dando vita alla società opulenta dell’irreligione
occidentale.
Dopo il comunismo italiano non c’è posto che per il nichilismo.
Dopo il comunismo italiano non c’è posto che per il nichilismo.
Si spiega così come le prime cose che fa
Renzi non hanno niente di socialista, ma riguardano i desideri individuali di
una borghesia scomposta che si avvita nel proprio individualismo: divorzio breve,
matrimonio gay, fecondazione eterologa per tutti. Giocare a birilli con embrioni e
gameti non è di per sé cosa di stampo direttamente socialista. E questo accade
mentre il Partito Democratico è confluito in Europa nel Gruppo socialista,
segno che ormai la deriva edonistica è propria di tutto il socialismo europeo: il
suicidio è collettivo.
Non tutti nel mondo cattolico hanno seguito questa strada. Non tutti hanno lavorato per dare
la nostra gente in mano ad altri, disancorandola dalle proprie radici umane e
cristiane. Bisogna dire, però, che gli snodi decisivi hanno sempre avuto la
firma di cattolici, a cominciare, se si vuole, dalla famose firme apposte sotto
la legge sull’aborto.
Non era possibile far transitare le masse nella modernizzazione senza affrontare la questione
religiosa. Il comunismo italiano, come è noto, non scelse la via della
persecuzione violenta (anche se in molti casi ci fu anche questo), ma della
conquista culturale, il cui esito magistrale consisteva appunto nel far fare ai
cattolici le riforme decisive nella scristianizzazione del nostro Paese. Per
far questo però, doveva secolarizzare anche se stesso e perdere i connotati
ottocenteschi di una religione, se pur laica. Doveva suicidarsi dopo essersi
nutrito del suicidio cattolico.
Dietro Holland che ha voluto il matrimonio per tutti e dietro Renzi che ora vuole
anche lui il matrimonio per tutti stanno questi due suicidi. I cattolici hanno
portato acqua al socialismo, ma il socialismo nel frattempo era già diventato
irreligione radicale tipica di una società opulenta e nichilista.
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