"Il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio.... si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. E' venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta e di buoi" (Paolo VI, 1972)
"Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all'interno del cattolicesimo sembra talvolta prevalere un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all'interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia." (Paolo VI, 1977)
ANTONIO SOCCI, 22 GIUGNO 2014
La Chiesa vuole essere “più povera di beni terreni e più ricca di
virtù evangeliche, non ha bisogno di protezioni, di garanzie e di sicurezze”.
Ce lo ripete in ogni modo e anche ieri lo ha ridetto monsignor
Galantino, “inventato” da Bergoglio come nuovo Segretario generale della Cei
per commissariare e punire il cardinal Bagnasco (“reo” di non aver appoggiato
il prelato argentino in Conclave).
Dunque – se le parole hanno un senso –
la Chiesa non gradisce più i fondi dell’otto per mille.
In un’altra circostanza Galantino aveva tuonato: “ma cosa volete
che se ne faccia oggi il nostro mondo di una Chiesa impegnata a difendere le
proprie posizioni (qualche volta dei veri e propri privilegi)”.
Si sa che era il mondo laico di sinistra a definire “privilegi”
della Chiesa l’otto per mille, l’esenzione dall’Ici e la scuola libera (che fra
l’altro fa risparmiare un sacco di soldi allo Stato).
Ora, a nome della Cei, lo fa anche Galantino, che brama di essere
applaudito da quell’opinione pubblica “scalfariana”.
A questo punto perché dargli il dispiacere di inondare la Chiesa
italiana di milioni di euro?
Bisognerà accontentarlo, sia pure a malincuore per i problemi che
ne verranno a tanti bravi sacerdoti i quali svolgono, eroicamente, una missione
bella e grande (e per tante opere di carità che potranno chiudere lasciando
allo Stato l’incombenza di dover soccorrere chi ha bisogno).
E’ giusto esaudire l’ardente desiderio di povertà di Galantino e
compagni che detestano i “privilegi” e i soldi alla Chiesa.
Anche se certi proclami sarebbero più credibili se – oltre alle
parole – il Segretario della Cei fosse coerente e proponesse proprio la
cancellazione dell’otto per mille.
Se non devolveremo l’otto per mille quei fondi se li terrà lo
Stato e magari si eviterà qualche tassa (come diceva Ezio Greggio: “L’otto per
mille? No, no. Lotto per me stesso ed è già molto dura”).
TV ANTICATTOLICA
La Cei una volta diventata povera dovrà tagliare. Anche la sua
Tv2000 (struttura che ha i suoi costi), il quotidiano “Avvenire” e
l’agenzia Sir (427 fra giornalisti, tecnici e amministrativi).
Però questo Galantino non deve averlo capito, perché, a proposito
dei media, nei giorni scorsi ha convocato i diversi direttori informandoli che
lui stesso farà “un piano editoriale” per rendere tutti questi media come un
sol uomo, sotto la sua guida sapiente. Vuole comandare lui. Su tutti.
Del resto Galantino ha appena chiamato alla direzione di Tv2000
quel Paolo Ruffini che è stato direttore delle reti televisive che più hanno
fatto soffrire i cattolici.
Era lui, per fare un solo esempio, il direttore di Rai 3 che
realizzò con Fazio e Saviano “Vieni via con me”, programma contro cui – per la
sua unilateralità – polemizzarono a lungo “Avvenire” e i cattolici.
Con la scelta di Ruffini, Galantino chiama l’applauso del mondo
laico e del pensiero dominante. Cosa che va di pari passo con la sua ricerca
smaniosa di microfoni e telecamere.
E’ voluto andare perfino a Ballarò dove la sua loquace vanità
faceva venire in mente la battuta di Sacha Guitry: “Ci sono persone che
parlano, parlano…finché non trovano qualcosa da dire”.
Il suo problema è la ricerca dell’applauso ad ogni costo. Siccome
l’applauso del mondo arriva solo quando si dicono cose conformi alla cultura
egemone, ecco che si rende necessario il “riportino” ideologico.
Galantino lo fa spesso. Anche ieri.
LA GALANTINATA
Nella smania di attaccare quei cattolici militanti che invece lui
dovrebbe difendere e rappresentare, con l’intervista al “Regno”, anticipata da
alcuni giornali, ha messo ancora una volta in soffitta la battaglia sui
“principi non negoziabili” che pure sono magistero ufficiale della Chiesa. E ha
bocciato “certe adunate” del tempo di Wojtyla, Ruini e Ratzinger.
Poi ha rincarato la dose mettendo in guardia dai valori che
“diventano ideologia” (senza spiegare che significa).
Ha evocato a sproposito l’episodio di Pietro che sguaina la spada
in difesa del Maestro e ha aggiunto una considerazione sconcertante: “Devo
confessare che mi lasciano perplesso gli atteggiamenti di violenza anche verbale
con i quali si difendono i valori”.
Violenza? Dalla sintesi che ne ha fatto “Avvenire” non si capisce
a cosa si riferisca e a occhio e croce pare l’ennesima “galantinata”.
Pur essendo nel contesto della sua polemica contro i principi non
negoziabili, sembra inverosimile che possa riferirsi ai cattolici, perché non
esistono gruppi cattolici che pratichino la violenza. Anzi, in genere subiscono
l’intolleranza altrui e Galantino si guarda bene dal protestare per questo.
Del resto non dice nemmeno una parola sui tentativi in corso da
sinistra di proibire la libertà di espressione sulle nozze gay con una legge
liberticida.
Di recente Galantino ha proclamato che nella Chiesa si deve
voltare pagina e si deve parlare “senza tabù di preti sposati, eucaristia ai divorziati
e di omosessualità”.
Poi ha voluto strafare e se n’è uscito con questa desolante
dichiarazione: “In passato ci siamo concentrati esclusivamente sul no
all’aborto e all’eutanasia. Non può essere così, in mezzo c’è l’esistenza
che si sviluppa. Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il
rosario fuori dalle cliniche che praticano l’interruzione della gravidanza”.
A parte la spensierata liquidazione di anni di magistero della
Chiesa, ha profondamente ferito quella sprezzante considerazione sui “visi
inespressivi” di coloro che recitano il rosario per le donne e i bambini
(Galantino si è mai guardato allo specchio? Si sente un Rodolfo Valentino?).
Con quelle parole il Segretario della Cei ha immotivatamente
ferito il grande “popolo della vita” suscitato dal magistero di Giovanni Paolo
II e dall’esempio di santi come Madre Teresa di Calcutta.
Raffaello, Louvre San Michele sconfigge Satana |
C’è stata un’ondata di indignazione.
Non solo perché non si è mai visto un vescovo che sbeffeggia dei
cattolici che pregano, non solo perché a quelle preghiere – in Italia iniziate
da una personalità come don Oreste Benzi – talora partecipano gli stessi
vescovi.
Ma anche perché a volte a organizzare questi momenti di preghiera
sono donne che hanno vissuto sulla loro pelle il dramma dell’aborto. Qualcuna
di loro ha risposto a Galantino con parole commoventi.
Ma il vescovo di Cassano Jonico – ormai abbonato alle gaffe – non
ha ritenuto di scusarsi. Anzi, la settimana scorsa ha lanciato nella sua
diocesi un’altra sua pensata: “Vogliamo chiedere scusa ai non credenti perché
tante volte il modo in cui viviamo la nostra esperienza religiosa ignora
completamente le sensibilità dei non credenti, per cui facciamo e diciamo cose
che molto spesso non li raggiungono, anzi li infastidiscono”.
VUOL ESSERE MEGLIO DI GESU’ ?
Con ciò Galantino intendeva mostrarsi più bravo di Gesù stesso che
non risulta si sia scusato con il mondo per essere venuto a svegliarlo, per
essere venuto a “disturbare” i peccatori.
Anzi lo ha rivendicato: “Non crediate che io sia venuto a portare
pace sulla terra: sono venuto a portare non pace, ma spada!” (Matteo 10,34).
In effetti Gesù di disturbo ne deve aver creato parecchio ai non
credenti se quelli si sono così infuriati da farlo fuori in modo bestiale. Poi
nei secoli altri hanno continuato a uccidere martiri, fino ad oggi.
Ma al “combattimento” cristiano Galantino non è interessato, né ai
martiri cristiani. Con tutto il gran parlare del nostro mondo clericale, mai
una volta che – in queste settimane – si sia sentito citare pubblicamente il
caso di Meriam, la giovane madre incinta che è detenuta in catene in Sudan ed è
stata condannata a 100 frustate e all’impiccagione perché è cristiana e perché
ha sposato un cristiano.
Per queste cose Galantino non s’indigna.
Però testimonianze immense come quelle di Meriam o di Asia Bibi
resteranno nell’eternità. Mentre le sue “galantinate” alle dodici del mattino
hanno già incartato l’insalata ai mercati generali.
Come diceva Chesterton, “non abbiamo bisogno di una Chiesa che si
muova col mondo. Abbiamo bisogno d una Chiesa che muova il mondo”.
Antonio
Socci
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