http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2014/6/4/PAPA-Dario-Fo-sta-con-Francesco-e-manda-in-crisi-certi-cattolici/504964/
ma non arriva a superare
la faziosità ecclesiale che pure condanna, anzi alla fine si ritrova ad
appoggiare i "progressisti" contro i "conservatori".
Insomma, perde un'occasione per stare zitto.
don Gabriele Mangiarotti ha letto l'articolo e scrive:
Mi è
capitato di leggere questo articolo: «Dario Fo sta con Francesco e manda in
crisi certi cattolici» e ne ho tratto l’impressione di essere di fronte a una
battaglia obsoleta. Come essere di fronte all’«ultimo giapponese», quel
militare che, non accettando l’idea della fine della guerra, rimase in armi
contro un nemico fantasma per lungo tempo dopo il termine della II guerra mondiale.
Vi si trova un atteggiamento comune di certi intellettuali nostrani che vanno di moda. Questi improvvisati maestri sembrano gli unici interpreti del Papa, gli unici che lo capiscono e che lo sanno seguire, gli unici (certo, in compagnia di tutti quei laici che fino ad ora hanno osteggiato Papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e che ora sembrano essere i più fedeli seguaci del «nuovo» magistero) che ne sanno comprendere la vera intenzione, mentre gli altri (i soliti cattoliconi) sarebbero impermeabili alla voce dello Spirito, chiusi all'insegnamento della Chiesa (che avrebbero seguito solo per quello che coincideva con le «loro» idee – ora finalmente superate).
Basta! Non se ne può più di questi ingenui maestri, i nuovi censori esperti nel delimitare le linee dell'ortodossia, che si mettono sempre nel «cerchio magico» di chi ha capito.
Sembrano i nuovi farisei, e gli antichi
ideologi del «politically correct» che, nascondendo intolleranza e durezza del
cuore, sanno solo trovare motivi di condanna nel comportamento e nelle idee dei
fratelli di fede. Un po' di rilettura di San Paolo farebbe forse bene a
tutti!
Forse ci si potrebbe aiutare a capire che cosa significa realmente seguire il Papa (sia Francesco, che Benedetto e tutti gli altri...). e forse si capirebbe che il vero problema non sta nell’essere incensati dal mondo («Guai a voi quando tutti parleranno bene di voi…»)
Per me ritengo che seguire (in particolare il Papa) non è ripetere, e che il criterio non è reagire a quanto dicono e scrivono i giornali. E penso che tutti siamo stati feriti dalle affermazioni di Scalfari per cui – nella famosa intervista su Repubblica – così si è espresso: «Sono dispostissimo a pensare che alcune delle cose scritte da me e a lui attribuite il Papa non le condivida, ma credo anche che ritenga che, dette da un non credente, siano importanti per lui e per l'azione che svolge». Coloro che hanno espresso perplessità sul contenuto di certe affermazioni dell'intervista non possono essere sbrigativamente ritenuti nostalgici di un passato e incapaci di accogliere il dono dello Spirito che ci raggiunge attraverso questo Papa, ecc...
Forse ci si potrebbe aiutare a capire che cosa significa realmente seguire il Papa (sia Francesco, che Benedetto e tutti gli altri...). e forse si capirebbe che il vero problema non sta nell’essere incensati dal mondo («Guai a voi quando tutti parleranno bene di voi…»)
Per me ritengo che seguire (in particolare il Papa) non è ripetere, e che il criterio non è reagire a quanto dicono e scrivono i giornali. E penso che tutti siamo stati feriti dalle affermazioni di Scalfari per cui – nella famosa intervista su Repubblica – così si è espresso: «Sono dispostissimo a pensare che alcune delle cose scritte da me e a lui attribuite il Papa non le condivida, ma credo anche che ritenga che, dette da un non credente, siano importanti per lui e per l'azione che svolge». Coloro che hanno espresso perplessità sul contenuto di certe affermazioni dell'intervista non possono essere sbrigativamente ritenuti nostalgici di un passato e incapaci di accogliere il dono dello Spirito che ci raggiunge attraverso questo Papa, ecc...
Costoro
hanno solo voluto leggere il Papa con gli occhi stessi del Papa Francesco, che
non smette di dire che lui è figlio fedele della Chiesa e che vuole riproporre
il suo perenne magistero.
E allora, invece che fare l'elenco dei buoni (quelli che sarebbero i veri discepoli del Papa, compreso Fo e Scalfari e compagnia bella) e i cattivi (i cattolici nostalgici di un passato che oramai non potrà più tornare) mettiamoci al lavoro ascoltando l'invito alla missione, alla misericordia (che non ha confini e non esclude per principio i «fratelli nella fede») e a un impegno in difesa della famiglia e della vita, sempre!
Ci accorgeremo allora che il Papa dei mass-media è meno interessante del Papa della Chiesa (così come Papa Benedetto ci ha ricordato a proposito delle varie interpretazioni del Concilio Vaticano II). E scopriremo che il seguirlo ci farà diventare protagonisti nel nostro tempo della «nuova evangelizzazione».
P.S.: Avevo sentito PER CASO Fo sia a Otto e mezzo sia l’altra sera. Fuori posto e fuori luogo tutte e due le volte. Sentimentale. Uno che del Papa guarda le scarpe.
Quanti purtroppo, si sbracano per Fo e poi se la prendono con Ferrara, Adinolfi, le Sentinelle in piedi... che INFATTI non ci sono mai nei loro articoli, nei loro discorsi...
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