Trump non è sicuramente Churchill, ma i pacifisti, dall’era di Hitler a
quella di Kim Jong Un,
invece, sembrano sempre proprio gli stessi.
Chamberlain e Hitler |
David Nakamura e Ashley Parker sul Washington Post del 7 novembre riportano
questa frase di Donald Trump “Some people said my rethoric is very strong,
but look what’s happened with very weak rhetoric over last 25 years”:
qualcuno dice che la mia retorica è troppo forte, ma guardate dove siamo finiti
dopo 25 anni di retorica debole.
Accanto a queste parole Trump ha messo in chiaro la disponibilità a
trattare anche con Kim Jong Un. Nonostante questa disponibilità, il Presidente
Usa è stato contestato da proteste pacifiste sottolineate con soddisfazione da Federico Rampini sulla Repubblica sempre del
7 che dei manifestanti scrive: “pensano che sia più pericoloso lo zio
d’America che il cugino di Pyongyang”.
Trump certamente non è Winston Churchill ma i giovani sudcoreani e i loro
lodatori repubbliconi sembrano molto nipotini di Neville Chamberlain, dei
giovani laburisti ultrapacifisti di allora (di cui è erede Jeremy Corbyn) e
degli ambienti filonazisti di Londra che applaudivano il Patto di Monaco con
annesso regalo dei Sudeti ad Adolf Hitler.
Come diceva il vecchio Churchill: “Potevano
scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la
guerra”.
lodovico festa l'occidentale
Nessun commento:
Posta un commento